Cronache

Emilia Romagna, la giunta Pd cassa la valutazione ambientale strategica

di Antonio Amorosi

“Le devastanti alluvioni hanno insegnato poco” scrivono gli esperti. Per i piani urbanistici i Comuni non dovranno più chiedere l’approvazione ad Arpae

“Un vero e proprio bavaglio”, commenta il professore Paolo Pileri nel lungo articolo di Altreconomia, “anche umiliante per tutti quegli esperti pubblici che dovrebbero essere valorizzati e ai quali, anzi, andrebbe dato più spazio proprio nelle fasi in cui il piano si forma, per limitare i danni che l’uomo-betoniera continua a fare. La decisione di azzerare la funzione di Arpae è ancor più grave perché avviene qualche mese dopo lo sfascio alluvionale che, sappiamo bene, è stato aggravato di parecchio a causa proprio del super consumo di suolo in questa Regione, nonostante la millantata legge 24/2017 che, solo a detta di quel governo regionale, è la migliore di sempre (ma non è affatto così). Grave anche perché frutto di una Regione governata dal presidente del più grande partito di opposizione teorica alle destre e quindi c’è pure il rischio che venga presa come ‘buona pratica’ politica”. Nell’approvazione della giunta risulta assente il presidente Bonaccini ma è presente il suo vice, Irene Priolo. 

Insorge l’associazione Italia Nostra che scrive a Bonaccini e chiede di annullare la delibera dagli effetti devastanti.

Sorpresa per l’approvazione oltretutto in pieno agosto anche la consigliera regionale Valentina Castaldini (FI): “Una scelta alquanto singolare”. “Un’attenzione (quella relativa al controllo del territorio fatto da Arpae) che in un periodo come quello che stiamo attraversando, ancora in piena emergenza dopo l’alluvione che ci ha travolti a maggio, deve restare assolutamente alta per far sì che lì dove si decide di costruire non ci siano pericoli, e che siano ridotti il più possibile gli impatti sul territorio per evitare conseguenze come quelle a cui abbiamo purtroppo assistito”. 

La consigliera solleva il dubbio che la delibera possa essere in conflitto con la normativa vigente e visto il dramma alluvionale appena subito aggiunge: “Fatta questa premessa chiedo all’assessore all’Ambiente Irene Priolo quale sia stata la visione dietro questa delibera che ha portato alla decisione di togliere uno degli enti più esperti sul piano ambientale dalla definizione dei piani urbanistici e delle Valsat che le nostre province e la città metropolitana si troveranno a dover approvare”. Lo sconcerto non è poco.

“C’è da chiedersi”, scrive il professor Pileri, “che cosa spinga una Regione come l’Emilia-Romagna a uccidere l’ultimo baluardo ambientale che ancora abbiamo”. “...il cemento è una livella politica”.