Cronache
Fase 2: app Immuni scaricabile in tutta Italia ma attiva solo in 4 regioni
Parte la sperimentazione dell’app per il tracciamento dei contagi, scaricabile in tutta Italia ma attiva solo nelle regioni che aderenti alla sperimentazione
L'app Immuni per il tracciamento in funzione anticontagio da primo giugno dovrebbe poter essere scaricabile dagli store di Apple e Google. Il download dell'applicazione potrà essere effettuato da chiunque in tutt'Italia, probabilmente nella seconda parte della giornata, dal pomeriggio. Ma il sistema che allerta chi è stato a contatto con un positivo al Coronavirus sarà attivo solo nelle regioni che aderiranno alla fase di sperimentazione. C’è infatti una fase di test che precede il rilascio a livello nazionale.
Le regioni coinvolte nella sperimentazione dovrebbero essere 6, anche se c’è ancora incertezza su quali siano. Sicure sono 4: Puglia, Liguria, Abruzzo e Marche, ormai certe della partecipazione, nonostante alcune polemiche politiche nate negli scorsi giorni. Non dovrebbero invece far parte della “squadra” Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, i cui governatori hanno più volte espresso perplessità sul progetto.
L’apripista, tuttavia, dovrebbe essere la Liguria, in base all’annuncio dato direttamente dal governatore Giovanni Toti: “C’è stata una lunga riunione con il Governo sull’app Immuni, che va un po’ affinata, ma la sperimenteremo in Liguria perché tutto quello che può essere un aiuto è giusto metterlo alla prova e può aiutare i nostri medici”.
In ogni caso si tratterà di test rapidi e paralleli che stresseranno il software scritto dall’azienda milanese Bending Spoons, con l’obiettivo di verificare se l’app interagisca in modo adeguato con i diversi sistemi sanitari regionali.
Come funziona l’app Immuni?
Al primo accesso verrà richiesto all’utente, che dovrà avere più di 14 anni, di specificare la provincia in cui si trova, un dato utile alle autorità sanitarie “per mostrare informazioni rilevanti a livello locale all’utente se un contatto a rischio viene notificato”. Nessun dato sarà condiviso con terze parti, se non in forma aggregata, anonima e per scopi di ricerca. La Lombardia, comunque, ormai da mesi ha utilizzato e implementato l’app AllertaLom, nata per gli alert della Protezione civile, con annesse funzionalità per raccogliere dati utili all’emergenza sanitaria tramite questionari, così da individuare eventuali focolai, ma anche per condurre analisi statistiche ed epidemiologiche.