Cronache

Ferragni, Codacons: "Beneficenza? Ora smascherare tutti i big influencer"

di Eleonora Perego

Con l'allargamento dell'inchiesta alla bambola Trudi, il Codacons rilancia su Affari una maggior stretta sugli influencer: le parole del presidente Rienzi

Chiara Ferragni indagata per truffa anche per la bambola. Il Codacons: "Subito una task force per smascherare gli influencer"

Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata”: una frase che ha già fatto impallidire nelle settimane scorse centinaia di influencer. Sì, perché la bionda imprenditrice digitale, da capostipite di un fenomeno diventato virale in Italia quale è, ha aperto la strada a quelli e quelle che – come lei – hanno fatto del web il proprio “luogo” di lavoro. Con gioie e dolori annessi.

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Come quello, da ultimo, della stretta sulle “markettate” imposto dall’Agcom: provvedimento che, però, non è piaciuto al Codacons, in prima linea nel denunciare proprio Chiara Ferragni e la sua poco trasparente attività di beneficenza. Affaritaliani.it ha parlato di questo con il presidente Carlo Rienzi.

Avvocato, da Voi è partita l’indagine sul pandoro Balocco targato Ferragni. Come vi state muovendo sulla bambola della Trudi?

Stiamo facendo Indagini difensive, ipotizzando che anche qui vi sia stata una truffa. Questo perché il titolare del centro americano che si occupa di combattere il bullismo (presunto destinatario della donazione, ndr) ha dichiarato di non aver mai conosciuto la Ferragni. Quindi la pubblicità risulta essere ingannevole.

Diciamo che Chiara Ferragni non ha proprio un bel rapporto con la beneficenza…

È un problema che non riguarda solo lei, purtroppo. Il mondo degli influencer ha preso il vizio di collegare gli affari, il business, la vendita di merci, prodotti e servizi a una presunta beneficenza soprattutto verso soggetti fragili, come malati, anziani e soggetti perseguitati. Una cosa di una gravità assoluta. Ecco perché il  Codacons ha costituito una task-force di giovani avvocati che sta passando al setaccio tutte le pubblicità di vendita di prodotti o servizi collegati in un modo o nell’altro alla beneficenza.

Cosa ne pensa della linea dura adottata recentemente dall’Agcom sulle “vendite” degli influencer?

L’Agcom? Si vergognava di non aver fatto mai nulla a fronte dei nostri numerosi esposti. Ha fatto una cosa assolutamente inutile, perché per esempio non ha detto nulla sul divieto di pubblicare le immagini dei bimbi sui social, e non ha preso provvedimenti per gli influencer che hanno una quantità di affari inferiori a somme che sono elevatissime comunque. Si tratta di una “pezza a colori” su una totale assenza di attività in difesa dei consumatori e a tutela della generosità dei cittadini italiani.

Quindi non è solo Chiara Ferragni a rischiare grosso, dopo tutta questa vicenda…

Il rischio maggiore per questa “imprenditrice digitale” è che la gente non crederà più ad occhi chiusi a quello che dice. E lo stesso accadrà a quelle come lei, che fanno parte di un mondo corrotto. Noi abbiamo dato consapevolezza alla gente di non potersi fidare di quelli che parlano di beneficenza e chiedono soldi a palate.