Cronache

Papa in Sud America: non impedire l'accoglienza

"Rialzare la gente dall'immondizia tocca a noi preti e pastori", ha affermato Francesco rivolto ai consacrati del Paraguay e ai giovani ha chiesto: "Fate casino, ma organizzatelo bene".

Sono state dunque espressioni molto forti, quelle pronunciate da Papa Francesco negli ultimi incontri ad Assuncion, tappa conclusiva del suo viaggio in America Latina, nel quale ha visitato anche l'Ecuador, dove ha incoraggiato il dialogo tra il governo Correa e l'opposizione, ma ha anche dato esplicito appoggio alle urgenti riforme sociali e spronato la Chiesa ad appoggiarle. E nella Bolivia di Evo Morales, presidente incontenibile, che ha provocato qualche imbarazzo alla diplomazia vaticana con il dono di foglie di coca e di un Crocifisso inchiodato a una falce e martello, riproduzione di un disegno del gesuita martire Luis Espinal, vittima nel 1980, della famigerata Operazione Condor - che i militari pianificarono su indicazione della Cia, come era gia' avvenuto per l'omicidio di Che Guevara nel 1967 - alla periferia di La Paz. Nel punto dove il suo confratello spagnolo fu ucciso con una pallottola alla testa, dopo essere stato torturato per un giorno intero, Bergoglio gli ha reso omaggio dicendo: "difendeva i diritti in nome del Vangelo, per questo lo hanno ucciso".

"Siamo noi le mani di Dio, che dall'immondizia rialza il povero", ha detto dunque a sacerdoti e religiosi del Paraguay riunti nella Cattedrale di Assuncion. "Tutti abbiamo limiti, e nessuno puo' riprodurre Gesu' Cristo nella sua totalita'", ha ricordato loro sottolineando che "chi e' chiamato da Dio non si vanta, non va in cerca di riconoscimenti ne' di applausi effimeri, non sente di esser salito di categoria e non tratta gli altri come se fosse su un piedestallo". Nella stessa giornata, Papa Francesco si e' scagliato pero' anche contro le polarizzazioni ideologiche, nel corso delle risposte ai quesiti dei rappresentanti della socierta' civile, ieri sera nel palazzetto dello Sport "Leon Condou".

"Le ideologie terminano sempre nelle dittature", ha ammonito. "Le ideologie finiscono male, non serveno", ha spiegato. E oggi, nell'omelia della grande messa celebrata a Nu Guazu', in una base militare per l'occasione aperta a tutti i cittadini, Francesco ha parlato della fiducia, verso Dio ma anche verso gli altri, che deve caratterizzare i cristiani invece delle ideologie divisive: "fiducia - ha detto - che si va formando nel seno di una comunita', nella vita di una famiglia. Una fiducia che diventa testimonianza nei volti di tanti che ci stimolano a seguire Gesu', ad essere discepoli di Colui che non delude mai. Il discepolo si sente invitato a fidarsi, si sente invitato da Gesu' ad essergli amico, a condividere il suo destino, a condividere la sua vita. "I discepoli - ha scandito - sono coloro che imparano a vivere nella fiducia dell'amicizia". "Come fa uno a dire 'sono cattolico, vado a messa tutte le domeniche' e poi se gli chiedono cosa accade a Banado Norte risponde: 'non lo so, so che esiste ma non cosa succede li'?'", ha domandato ad alta voce nella baraccopoli vistata questa mattina alla periferia di Asuncion. "Non c'e popolo senza Dio e senza fratelli, non c'e' una fede senza solidarieta'", ha spiegato ricordando che "Dio e' stato solidale e Gesu' si e' abbassato fino ai piu' piccoli". "La fede senza solidarieta' e' morta", ha aggiunto ricordando che "il messaggio piu' forte e' questa fede solidale, il dialogo chiede questa solidarieta' di fratelli". "Il diavolo ci vuole divisi stiamo uniti", ha detto ancora Francesco ai poveri del Banado Norte riconoscendo loro: "la solidarieta' e' una virtu' che voi avete". Due famiglie povere lo hanno accolto nelle loro modestissime abitazioni e hanno rifocillato il Papa pellegrino con la sopa paraguaja, il cocito e il mate. "Non c'e popolo senza Dio e senza fratelli, non c''e' una fede senza solidarieta'", ha spiegato subito dopo Francesco ricordando che "Dio e' stato solidale e Gesu' si e' abbassato fino ai piu' piccoli" Papa Francesco si e' scagliato pero' contro le polarizzazioni ideologiche, nel corso delle risposte ai quesiti dei rappresentanti della socierta' civile, nel palazzetto dello Sport "Leon Condou". "Le ideologie terminano siempre nelle dittature", ha ammonito.

"Le ideologie finiscono male, non serveno", ha spiegato. E oggi, nell'omelia della grande messa celebrata a Nu Guazu', in una base militare per l'occasione aperta a tutti i cittadini, Francesco ha parlato della fiducia, verso Dio ma anche verso gli altri, che deve caratterizzare i cristiani invece delle ideologie divisive: "fiducia - ha detto - che si va formando nel seno di una comunita', nella vita di una famiglia. Una fiducia che diventa testimonianza nei volti di tanti che ci stimolano a seguire Gesu', ad essere discepoli di Colui che non delude mai. Il discepolo si sente invitato a fidarsi, si sente invitato da Gesu' ad essergli amico, a condividere il suo destino, a condividere la sua vita. "I discepoli - ha scandito - sono coloro che imparano a vivere nella fiducia dell'amicizia". Dicendo piu' volte che "l'amore e' concreto e le parole non bastano", Francesco ha compiuto gesti scnvolgenti come il bacio che ha dato alle piaghe di un malato terminale nella visita alla parrocchia San Rafael, retta da don Aldo Trento, prete di CL, anche lui gravemente malato, ma che si spende per gli ultimi con iniziative come una casa per malati di Aids, una comunita' per anziani non autosufficienti e un orfanatrofio: Molto commovente e' stato il momento della preghiera Maria, a conclusione della messa celebrata per oltre un milione di persone nel fango della base militare "Nu Guazu'", alla periferia di Assuncion. Non si puo' separare l'America Latina dalla sua protettrice, la Vergine Maria, ha spiegato prima di ripartire allavolta di Roma. "Madre di Dio e Madre nostra e' il dono di Gesu' al suo popolo. Ce l'ha data come madre nell'ora della croce e della sofferenza, come frutto dell'oblazione di Cristo per noi. E, da allora, e' sempre stata e sempre sara' con i suoi figli, specialmente i piu' piccoli e bisognosi". Cosi', ha rilevato, "e' entrata nella trama della storia dei nostri popoli e delle loro genti. Come in molti altri Paesi dell'America Latina, la fede dei paraguaiani e' impregnata di amore alla Vergine". (AGI) .