Cronache
Foodora, il giudice dà ragione ai rider: "Diritto a ferie, malattia e 13esima"
Colpo di scena al processo d'appello torinese contro Foodora
Processo Foodora: Corte d'appello accoglie ricorso rider
Colpo di scena al processo d'appello torinese contro Foodora. I giudici di secondo grado, ribaltando la sentenza di primo grado, hanno accolto parzialmente le richieste di cinque ex fattorini, allontanati dall'azienda di food delivery dopo le proteste di piazza per le questioni relative alla paga oraria. I rider avevano chiesto il reintegro e l'assunzione, oltre al risarcimento e ai contribuiti previdenziali non goduti. La Corte ha riconosciuto "Il diritto degli appellanti a vedersi corrispondere quanto maturato in relazione all'attivita' lavorativa da loro effettivamente prestata in favore di Foodora sulla base della retribuzione diretta, indiretta e differita stabilita per i dipendenti del quinto livello del contratto collettivo logistica-trasporto merci dedotto quanto percepito". Inoltre, l'azienda tedesca dovra' riconoscere ai cinque fattorini un terzo delle spese di lite, che complessivamente tra primo e secondo grado ammontano a poco meno di 30 mila euro.
Foodora: legale rider, risposta a chi tratta lavoratori come schiavi
"E' una prima risposta a questa giungla di aziende che tentano di eludere le leggi per pagare una miseria i lavoratori, trattandoli come schiavi. Il giudice ha equiparato i rider a dei fattorini e quindi anche per loro vale il contratto di lavoro subordinato, con richiamo all'articolo 2 del Jobs Act". Lo ha detto l'avvocato Giulia Druetta dopo che la sentenza della Corte d'appello di Torino che ha parzialmente accolto il ricorso avanzato da cinque ex rider di Foodora, allontanati dopo le proteste sui contratti e la paga oraria."Non si puo' fissare una retribuzione minima non tenendo conto delle tutele per i lavoratori - ha aggiunto il legale - questa e' una sentenza ragionevole, anche se ci sono ancora delle cose da discutere, in primis il licenziamento".