Cronache
Friuli, la mega acciaieria ucraina rischia di distruggere la laguna. Inchiesta
Il progetto di un ecomostro siderurgico ha preso forma tra delibere con dichiarazioni false, il silenzio e le menzogne di sindaci e istituzioni
Ecomostro nella laguna friulana, le menzogne e il silenzio delle istituzioni
Nella fatidica riunione si parla della necessità che la acciaieria sia fornita da navi con portata lorda di 20.000 tonnellate. Cosa attualmente non possibile. Oggi il fondale del canale fluviale che partendo dai bordi meridionali della zona industriale attraversa la laguna e con due bracci supera la litoranea ha una profondità di poco più di 6 metri. Le attuali norme vigenti consentono di poter scavare per arrivare ad un fondale di 6.5 metri: troppo poco. Serve arrivare a circa 12 mt.
“Questo progetto è una follia, lo dice il nostro WWF nazionale – dice il rappresentante del FVG Prof. Fermeglia Maurizio, ex Rettore dell’Università degli Studi di Trieste – stiamo parlando di una laguna molto simile a livello strutturale a quella di Venezia, per poter fare entrare ed uscire queste navi che serviranno l’acciaieria l’opera di drenaggio sarà importante. Ad oggi nella laguna arrivano solo imbarcazioni da 8.000 tonnellate al massimo, questo ecosistema, particolarmente delicato, verrebbe distrutto se si dovesse dragare per arrivare alle misure desiderate dei 12 mt per consentire di passare alle imbarcazioni da 20.000 tonnellate. È un sito Natura2000 e deve essere tutelato. Questa riserva che ha già subito depositi di mercurio provenienti da miniere slovene e aziende locali che li hanno rovesciato in laguna e rifiuti di cromo esavalente impiegati nelle concerie di pelli che usano questi solventi. I livelli di tossicità dei pesci già oggi, supera i limiti tollerabili, figuriamoci – continua l’Ing chimico Fermeglia – se scaviamo sul fondo per dragare. Avremo conseguenze devastanti sulla salute dell’uomo e per la salvaguardia delle biodiversità delle specie presenti in tale loco: penso solo alla presenza di nidi dei Fratini. La poca trasparenza dei progettisti di quest’opera ci fa molto preoccupare su ampi fronti”.
Analizzando a delibera 1005 su questo punto sembra essere redatta da qualcuno che non ha mai visto la laguna di Marano, usa termini di viabilità stradale in luogo di quelli marinari o peggio ancora non capisce il senso di quello che scrive. Si legge che “con i necessari interventi di approfondimento ed allargamento del canale navigabile Corno e di modifica della bocca lagunare di Porto Buso, realizzando le infrastrutture necessarie, anche con una conseguente modifica della viabilità“. La situazione procede peggiorando. La laguna ha una profondità media di solo un metro ed è impossibile aumentare la profondità del canale senza che tutti i fanghi vadano a riempire quanto scavato. La delibera 1005 drammaticamente dice che si debbano realizzare delle “barene in laguna” .
Ovvero in una laguna oggi totalmente libera, si decide di realizzare due argini che partono dalla zona industriale e arrivano dopo 5 chilometri alle bocche di mare. Solo in tal modo si potrà scavare un canale della profondità di 12 metri. Praticamente uno sbrego che taglia a metà il fragile foglio del piano lagunare costruito in migliaia di anni dal lento defluire dei fiumi di risorgiva affluenti.