Cronache
Genova, ponte Morandi: "Sensori non aggiustati. Costavano 10 mila euro..."
Parla un testimone chiave, un imprenditore che con la sua società gestiva la manutenzione del ponte Morandi
Genova, ponte Morandi: "Sensori non aggiustati. Costavano 10 mila euro"
Parla uno dei testimoni chiave nella vicenda del crollo del ponte Morandi di Genova. Quando è crollato il ponte, Alessandro Paravicini pensò naturalmente a quei sensori. La sua società, la romana Tecno.el, li aveva prodotti e sistemati per anni sul viadotto genovese proprio per prevenire rischi legati alla stabilità. Paravicini è diventato quindi un testimone chiave dell'indagine di Genova sul disastro del 14 agosto 2018, nell'ambito della quale è stato sentito".
"Andò così: nel 2015 si erano rotti i cavi delle fibre ottiche che collegavano i sensori al sistema di monitoraggio del ponte Morandi. L'avevamo installato noi, il sistema, e quindi Autostrade ci ha contattato per capire quanto costasse ripristinarli. Abbiamo fatto un prezzo ma tutto è finito lì". Non avete riparato i cavi rotti? "No". L'avranno fatto altri? "Non credo", spiega il tecnico al Corriere della Sera. Quale era il prezzo? "Una cosa contenuta, mi pare diecimila euro".