Italia a rischio geomorfologico. Intervista a Salvatore Caffo - Affaritaliani.it

Cronache

Italia a rischio geomorfologico. Intervista a Salvatore Caffo


Di @Andrea_Radic
 

"In Italia c'è poca, troppo poca cultura del territorio, si dovrebbe aver il coraggio di decostruire, smettere di cementificare e condonare opere che impediscono che il terreno e le parti rocciose possano compiere il drenaggio delle acque". Sono chiare le parole di Salvatore Caffo geologo e dirigente vulcanologo del parco dell'Etna, uno dei massimi esperti al mondo di vulcani e studioso della geomorfologia italiana.

"L'acqua da qualche parte deve andare - spiega Caffo ad Affaritaliani.it -  i letti dei fiumi sono stati vittima di incuria e costruzioni, non vengono manotenuti a dovere, nessuno pulisce e l'acqua trova nelle strade il naturale sfogo, come vediamo in questi giorni in Calabria".

Esperto dei montani e dei rischi che l'incuria provoca, sottolinea che "I piccoli paesi' in particolare di montagna si stanno spopolando e dunque non ci sono più nè persone nè forza lavoro giovane per curare i boschi e pulire i terreni".

Il professor Caffo è dirigente vulcanologo dell'Etna di cui studia e conosce ogni aspetto. È sua la decisone di collocare sulle pendici del vulcano numerosi stazioni di rilevamento geosismico capaci di rimandare h24 dati e informazioni all'Istituto Nazionale di teorica e vulcanologia di Catania dove vengono elaborati.

Anche i vulcanologi giapponesi sono venuti a studiare il sistema dopo incidenti avvenuti ad escursionisti che non hanno potuto essere avvisati durante la salita al vulcano Aso.

"Siamo un Paese con enormi problemi geologici - commenta Caffo - e le professionalità in questo campo non trovano adeguata e naturale collocazione, anche laddove sarebbero necessarie le loro competenze e dove invece troviamo laureati in legge o scienze politiche. E i geologi  vanno all'estero".

"Anche nelle aree dei parchi naturali - conclude il geologo - troppo spesso la tutela del territorio, che è la ragione della costituzione del parco, è affidata a persone di poca competenza. La strada da intraprendere? Dobbiamo tornare a rispettare il territorio e in particolare le montagne".


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