Cronache
Giornata della memoria, un libro per tenere vivo il ricordo della Shoah
Un estratto dal romanzo "Il contagio dell’amore. Etty Hillesum e Julius Spier"
Giornata della memoria: un estratto dal romanzo "Il contagio dell’amore. Etty Hillesum e Julius Spier", per non dimenticare
Un libro per la Giornata della Memoria, per non dimenticare. Il romanzo prende spunto solo in parte da ciò che è realmente accaduto nella vita di Etty Hillesum. Le pagine che nel testo alludono ai suoi scritti, il diario, le lettere, il taccuino, sono ispirate alle opere della protagonista.
"Tra i pochi fatti certi c’è che Etty e i suoi familiari sono stati internati nel campo di transito di Westerbork.
Quella mattina si erano svegliati, avevano fatto colazione e Rebecca tra una faccenda domestica e l’altra non ce l’aveva fatta a non litigare con Levi. Avevano litigato per fare la pace, a modo loro, come sempre.
– Levi potresti evitare le briciole? Potresti almeno raccoglierle dopo aver affettato il pane?
– Non riesci a non rimproverarmi. Levi non far questo e non far quello. Attento qui e attento lì.
Rebecca ascoltandolo era andata su tutte le furie:
– Allora lo fai apposta! Ti diverte farmi arrabbiare, ammettilo che ti piace così.
A quel punto lui, come al solito, aveva deciso di non gettare benzina sul fuoco. Ascoltandoli Etty aveva la sensazione di ripercorrere anche senza volerlo le vie dei loro litigi. Lei, invece, aveva rivolto i primi pensieri della giornata a Dio e a Julius.
Si era inginocchiata e aveva pregato per lui che se n’era andato, per Han e per tutta la sua famiglia.
Mischa aveva trascorso una buon’ora al pianoforte, ogni giorno si esercitava. Non amava il solfeggio ma non ci rinunciava perché sapeva che era l’unica strada per far scorrere le dita sul pianoforte.
Jaap tentava a fatica di memorizzare una poesia di Rilke che l’aveva emozionato. Etty gli aveva prestato un suo libro e lui l’aveva preso con gioia. Ma poi, durante quella mattina in apparenza ordinaria, la famiglia Hillesum aveva sentito il suono della sirena ed era precipitata nel terrore.
Il cielo era grigio. Etty e i suoi non avevano mai visto niente del genere, una sfumatura di colore non era mai stata in grado di farli rabbrividire. E invece stavolta le cose stavano andando in modo inatteso. Era il loro ultimo istante di libertà, ogni cosa che guardavano dalla finestra della sala da pranzo, la magnolia, il nido di rondini, i tetti delle case, tutto lì intorno sarebbe stato libero per il resto della giornata, tranne loro.
– Papà, sta per finire questa follia!
Levi le accarezzò i capelli e la strinse forte a sé come mai aveva fatto prima.
– Noi saremo vicini qualsiasi cosa accada, figlia mia.
Poi incrociò lo sguardo di sua madre. Le lacrime di Rebecca commossero Etty, le punsero gli occhi, le mani, i pensieri.