Gladio, parola al comandante Inzerilli: "Ecco come lavoravamo"
Il Generale Paolo Inzerilli, ex Capo di Stato Maggiore del Sismi e comandante dell’organizzazione Gladio per 12 anni (’74-’86) esprime soddisfazione per il lavoro di Crocoli.
“Un libro che ci ha profondamente impegnati per qualche anno, e quel che mi rincuora è il fatto che l’autore ha immesso praticamente tutta la documentazione inerente la struttura, cose belle e cose meno gradevoli (dal mio punto di vista ovviamente). Una vicenda sui cui tanti hanno fantasticato per decenni e che mi ha personalmente coinvolto sin dalla sua divulgazione. Era il 1990…e - con me - sul banco degli accusati, sedeva anche l’Ammiraglio Fulvio Martini.
13 anni di Commissione Stragi, diversi processi in svariate procure italiane, centinaia di attacchi a mezzo stampa talvolta fuori da ogni logica e tutt’oggi, tanto per rimanere sull’attualità, anche la Commissione d’Inchiesta sul rapimento di Aldo Moro ha ritenuto opportuno ascoltarmi in seduta plenaria, a Dio piacendo, per la prima volta, in tono disteso e sereno a livello informativo e non accusatorio. Fortuna che esistono però persone intellettualmente oneste come questo autore, ma anche, e ci tengo a menzionarli il Senatore Pellegrino, il saggista e scrittore Giovanni Fasanella, l’esperto d’Intelligence nonché consulente della “Stragi” Aldo Giannulli e molti altri, i quali, a fronte di un’attenta analisi e dopo uno studio accurato del materiale; sentenze passate in giudicato, atti parlamentari, Avvocatura dello Stato, Copaco, Tribunale dei Ministri, relazione “Andreotti”, carteggio del Sifar datato 1959 e testimonianze dirette, si sono dedicati e si dedicano anima e corpo per far emergere la vera storia di Gladio. Quel che dovevo dire in merito al mio specifico ruolo e nel periodo in cui ero al vertice della Settima divisione del Sismi è esplicitamente riportato nel lungo faccia a faccia che ho concesso all’autore di questa pubblicazione dal titolo curiosamente enigmatico “Nome in codice Gladio”. Ammetto l’enorme pazienza di Crocoli, il quale, con grande e lucida coerenza, mi ha incalzato per mesi con la sua innata curiosità che a volte sfociava in vera e propria “oppressione”. Ma… capisco bene colui che è desideroso di verità e quindi, spesso, ho lasciato correre senza troppo allertarmi o alterarmi.
All’interno, e non lo nego, vi è anche un capitolo intriso di “sospetti” ove l’autore (giustamente) solleva tutti quei dubbi che per anni hanno aleggiato e tutt’ora serpeggiano sulla vicenda. Era una scelta doverosa, seppur dolorosa per noi vertici militari e per i gladiatori civili, alla quale, ovviamente, non vi è stato modo di esimersi per la teoria del non trascurare tutte le facce di una stessa medaglia.
Leggo, ultimamente, con non troppa sorpresa (poiché abituato), che continua imperterrita la diffamazione tramite testate online e cartacee. Credo che in una precisa occasione di qualche giorno fa (19 agosto), proprio su questo giornale, il Crocoli abbia ben risposto e razionalmente argomentato a quanto ultimamente farneticato da alcuni “noti” personaggi.
Gradevoli gli interventi di Gemma Favia nell’introduzione, di Gian Marco Chiocci in Prefazione e di Toni Capuozzo in 4° di copertina. A livello storico credo, con tutta franchezza, penso che sia uno dei volumi più accurati ed ONESTI mai usciti dedicati alla struttura italiana della Stay Behind nets. Là sopra vi è praticamente tutto, il resto, ovvero ciò che non è stato possibile riportare sul libro, è questione di segretezza NATO. Non vi è Generale, scrittore, giornalista, appassionato o studioso che possa bussare alle porte della NATO e chiedere quanto il “PATTO ATLANTICO” ha deciso di tenere ancora riservato. Non ho altro da dire...…per il momento!!!”