Cronache

Il 30 km\h avanza ovunque. E' la “Trentizzazione“ dell’Italia

Di Giuseppe Vatinno

Il caso del lago di Albano ai Castelli Romani

La svolta si è avuta durante l’amministrazione di Virginia Raggi.

Quindi la strategia dei Comuni non è quella di riparare le buche e –soprattutto- di eseguire un’adeguata manutenzione del manto stradale e degli alberi che spesso infiltrano con le loro radici le strade ma semplicemente di fare in modo che il cittadino sia impossibilitato a rispettare tali limiti assurdi in modo che poi loro non debbano sborsare nulla in caso di rotture di sospensioni e similari.

Come dicevamo la misura di bassa cucina economica viene poi fatta passare per un’alta misura di sicurezza e così il giochetto è fatto.

Ma uno Stato degno di questo nome dovrebbe agire seriamente sulle cause.

Stesso discorso comincia a verificarsi per le strutture pericolanti e i ruderi che si trovano nei parchi e nelle aree pubbliche. Invece di mettere il tutto in sicurezza si mettono cartelli di divieto per impedire di fruire un bene pubblico.

A tal riguardo è da segnalare il curioso caso del delizioso lungolago di Albano, a pochi chilometri da Roma.

Un gioiello naturalistico con specie di uccelli rari inseriti in un contesto vegetale unico.

Poiché le pareti sovrastanti sono rocciose e si sono verificati dei crolli i comuni del lago invece di mettere il tutto in sicurezza vietano semplicemente l’attraversamento pedonale.

Va da se che tale divieto non è rispettato da nessuno perché si tratta di un classico “divieto all’italiana” e cioè si vieta ma si lascia un ampio e comodo passaggio affinché la popolazione e i turisti non protestino. Poi se qualche sasso cade addosso a qualcuno la colpa sarà sua e non del Comune.