Immigrati di Ballarò contro il racket. In manette nuovi boss del pizzo
Mafia: tentati omicidi razzismo e pizzo, sgominato gruppo che controllava Ballarò
E' stata battezza "Maqueda", dal nome del cuore antico del centro di Palermo, l'operazione della polizia di Stato che dall'alba ha eseguito numerosi provvedimenti di fermo disposti dalla Dda nei confronti di persone accusate di fare parte, a vario titolo, di un gruppo che teneva sotto controllo una parte del quartiere Ballaro' e responsabile di decine di reati aggravati dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale, vicini alle cosche di 'Palermo Centro'.
Le indagini della Squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti hanno sgominato un pericoloso gruppo armato che per lungo tempo si e' imposto sul territorio del centro storico di Palermo terrorizzando i commercianti stranieri. I reati contestati sono tentato omicidio, estorsione, incendio, rapina, violenza privata e lesioni personali tutti ai danni di commercianti extracomunitari prevalentemente del Bangladesh. Un gruppo di commercianti ha denunciato col sostegno di Addiopizzo anni di vessazioni.
Le indagini della Squadra mobile hanno subito un decisivo impulso dopo il fermo di Emanuele Rubino per il tentato omicidio di Yusupha Susso, giovane gambiano ferito, lo scorso 4 aprile, con un colpo d'arma da fuoco alla testa, "colpevole" di avere reagito all'ennesimo atto di gratuita sopraffazione.
Rubino aveva percorso un tratto dell'affollata via Maqueda, arma in pugno, fino a raggiungere Yusupha cui aveva sparato alla testa. Lo studente 21enne, sbarcato in Sicilia quando era ancora minorenne e impegnato sui versanti della legalita' e dell'integrazione, era stato per diversi giorni in coma. All'esecuzione dell'operazione hanno partecipato oltre cento uomini, non solo in ragione della pericolosita' dei soggetti, ma anche per la particolarita' del territorio caratterizzato, sotto l'aspetto topografico, da vicoli tortuosi mentre, per quanto concerne l'aspetto sociale, da un alto numero di pregiudicati.