Cronache

Istat, 117 mila italiani in meno: "È il ricambio naturale più basso di sempre"

A incidere sul calo non è la decisione delle donne di mettere al mondo meno figli, ma il calo del numero delle donne in età fertile

Istat: ogni 100 decessi solo 67 neonati; 10 anni fa erano 96

Il ricambio naturale della popolazione nel nostro Paese appare "sempre più compromesso": nel 2019 si registra un saldo naturale pari a -212 mila unità, frutto della differenza tra 435 mila nascite (il dato più basso mai registrato) e 647 mila decessi. Sono alcuni degli indicatori demografici 2019 diffusi dall'Istat.    Si tratta "del più basso livello di ricambio naturale mai espresso dal Paese dal 1918": per ogni 100 residenti mortiarrivano soltanto 67 neonati. Dieci anni fa erano 96.

Per ogni 100 residenti che muoiono ne nascono solo 67. Dieci anni fa erano 96. Regioni del Centro e del Mezzogiorno in calo, mentre cresce la popolazione nel Nord, soprattutto a Bolzano, Trento, in Lombardia ed Emilia Romagna. Si allunga di un mese la speranza di vita alla nascita, passando a quasi 81 anni per gli uomini e 85,3 per le donne

Istat: 60,3 mln i residenti, quinto anno consecutivo di calo

Per il quinto anno consecutivo continua a diminuire la popolazione: al 1° gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni 317mila, 116mila in meno su base annua. E' quanto emerge dagli indicatori demografici 2019 diffusi dall'Istat. Anche questo naturalmente influisce sul record negativo di nascite.

Istat: 120 mila italiani emigrati all'estero nel 2019 

Sono 120 mila, 3 mila in più rispetto all'anno precedente, i residenti di nazionalità italiana cancellati per l'estero nel 2019. E' quanto emerge dall'ultimo report sugli indicatori demografici diffuso dall'Istat, secondo cui il saldo migratorio con l’estero nel 2019 risulta positivo per 143 mila unità: a fronte di 307 mila iscrizioni anagrafiche dall’estero si hanno solo 164 mila cancellazioni. Dato in evidente calo se confrontato con quello del biennio precedente (in media oltre 180 mila unità aggiuntive annue) e persino al di sotto della media degli ultimi cinque anni (+156 mila).    Dal lato delle iscrizioni si assiste a una sostanziale riduzione del volume complessivo se confrontato con quello del biennio precedente, con 25 mila ingressi in meno rispetto al 2018 e 34 mila sul 2017. Parallelamente, si assiste a un nuovo rialzo delle cancellazioni per l’estero che raggiunge il livello più alto da che sono disponibili statistiche omogenee sul fenomeno (1981). Ma mentre i movimenti in ingresso sono per lo più dovuti a cittadini stranieri, 265 mila, oltre 20 mila in meno sull’anno precedente (ma in ogni caso preponderanti rispetto agli appena 43 mila rimpatri di italiani), sul versante dei movimenti in uscita la quota prevalente è da attribuire ai cittadini italiani, appunto circa 120 mila; le emigrazioni di stranieri (certificate da una cancellazione anagrafica) riguardano soltanto 44 mila individui (4 mila in più). 

Istat: 120 mila italiani emigrati all'estero nel 2019 (+ 3 mila)

 Sono 120 mila, 3 mila in più rispetto all'anno precedente, i residenti di nazionalità italiana cancellati per l'estero nel 2019. E' quanto emerge dall'ultimo report sugli indicatori demografici diffuso dall'Istat, secondo cui il saldo migratorio con l’estero nel 2019 risulta positivo per 143 mila unità: a fronte di 307 mila iscrizioni anagrafiche dall’estero si hanno solo 164 mila cancellazioni. Dato in evidente calo se confrontato con quello del biennio precedente (in media oltre 180 mila unità aggiuntive annue) e persino al di sotto della media degli ultimi cinque anni (+156 mila). Dal lato delle iscrizioni si assiste a una sostanziale riduzione del volume complessivo se confrontato con quello del biennio precedente, con 25 mila ingressi in meno rispetto al 2018 e 34 mila sul 2017. Parallelamente, si assiste a un nuovo rialzo delle cancellazioni per l’estero che raggiunge il livello più alto da che sono disponibili statistiche omogenee sul fenomeno (1981). Ma mentre i movimenti in ingresso sono per lo più dovuti a cittadini stranieri, 265 mila, oltre 20 mila in meno sull’anno precedente (ma in ogni caso preponderanti rispetto agli appena 43 mila rimpatri di italiani), sul versante dei movimenti in uscita la quota prevalente è da attribuire ai cittadini italiani, appunto circa 120 mila; le emigrazioni di stranieri (certificate da una cancellazione anagrafica) riguardano soltanto 44 mila individui (4 mila in più). 

Istat: cresce un mese speranza vita; 85,3 donne e 81,0 uomini

 Nel 2019 in Italia si registra un ulteriore aumento della speranza di vita alla nascita. A livello nazionale gli uomini sfiorano gli 81 anni, le donne gli 85,3. Per gli uni come per le altre l’incremento sul 2018 è pari a 0,1 decimi di anno, corrispondente a un mese di vita in più. A renderlo noto è l'Istat che ha diffuso oggi il suo ultimo report sugli indicatori demografici.

Istat: in Italia 5,4 mln stranieri, l'8,9% della popolazione

Al 1° gennaio 2020 gli stranieri residenti in Italia sono 5 milioni 382 mila, in crescita di 123 mila unità (+2,3%) rispetto a un anno prima: si tratta dell’8,9% della popolazione complessiva (a fronte dell’8,7% di un anno prima). Si tratta di alcuni degli ultimi indicatori demografici diffusi dall'Istat.    Nel saldo finale - spiega il report - figurano 220 mila unità in più per effetto delle migrazioni con l’estero, 55 mila in più per effetto della dinamica naturale (63 mila nati stranieri contro appena 8 mila decessi), 46 mila in meno per effetto delle revisioni anagrafiche e, infine, 109 mila in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana.    Le regioni dove più forte è l’incidenza della popolazione straniera sul totale dei residenti sono l’Emilia-Romagna (12,6%), la Lombardia (12,1%) e il Lazio (11,7%). Il peso percentuale della popolazione straniera risulta relativamente più basso nel Mezzogiorno (4,4% contro l’11% del Centro-nord); il minimo è in Puglia e Sardegna (3,5%). Fatto pari a 100 il numero di residenti stranieri sul territorio nazionale, 58 risiedono nel Nord (di cui 23 nella sola Lombardia), 25 nel Centro e appena 17 nel Mezzogiorno.