Cronache

Jobs Act, il giudice reintegra solo il lavoratore assunto prima della riforma

L'opinione di Andrea Lorusso

Il Giudice del Lavoro di Rimini in una causa avverso due lavoratori, reintegra solo quello assunto prima del Jobs Act

Lo Statuto dei Lavoratori del 1970 ha un impianto molto più forte di tutela del posto di lavoro rispetto al Jobs Act, entrato in vigore a partire dal 07 marzo 2015. Negli anni sono state più volte affrontate le differenze sostanziali dei due regimi, con il contratto a tutele crescenti che vede prevalente la forma risarcitoria rispetto alla reintegra stabilita dall’ex art. 18.

È il caso raccontato da RiminiToday a fronte d’un licenziamento avvenuto nell’estate 2019, due lavoratori impiegati nella stessa azienda agricola di mitilicoltura che esercitavano mansioni presso un ramo d’azienda definito “in manutenzione”. Commentano i Sindacati:

“A parità di luogo di lavoro ed a parità di motivo di licenziamento, ritenuto appunto illegittimo dal Giudice, le condanne al datore di lavoro sono nettamente differenti. Il lavoratore assunto nel 2009 deve infatti essere reintegrato nel suo posto di lavoro; mentre il lavoratore assunto nel 2016 riceverà un risarcimento di 6 mensilità di retribuzione perdendo però il posto di lavoro”. Proseguono:

“Questo differente trattamento non è dovuto ad un errore del Giudice ma dall’entrata in vigore nel 2015 del cosiddetto Jobs Act che, modificando l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rende di fatto più facile liberarsi dei lavoratori ritenuti scomodi".

Continua la disamina a caratteri più generali:

"Avere indebolito la tutela dai licenziamenti è stato dannoso per tutti i lavoratori: un risarcimento economico non è mai equivalente a poter riavere il proprio posto di lavoro. Il Jobs Act è però ancora più deleterio per quei lavoratori che sul posto di lavoro richiedono il rispetto dei diritti, per sé stessi e per i propri colleghi, e che per questo vengono licenziati. In questi ultimi casi si potrebbe richiedere una maggiore tutela appellandosi al divieto di licenziamento ritorsivo o discriminatorio. Questa è però quasi sempre una possibilità solo teorica: tra subire una ritorsione o discriminazione e poterlo dimostrare passa una grande differenza. Fino all’entrata in vigore del Jobs Act era invece sufficiente dimostrare che il licenziamento fosse illegittimo per riavere il proprio posto di lavoro".

Più passano gli anni e più è evidente che l’applicazione di quest’ultima normativa farà da padrona nella regolarizzazione dei contenziosi, visto il fisiologico deflusso della forza lavoro più anziana. Il Governo Lega-5Stelle apportò delle modifiche alla normativa, innalzando i tabellari di indennizzo e stringendo sulle possibilità di rinnovo dei contratti a termine, senza tuttavia cancellare la riforma.