Cronache

Kata rapita per il racket affitti in hotel. "Faida violenta, genitori zitti"

Di Redazione Cronache

Scontri tra i parenti della piccola e gruppi di peruviani ed ecuadoriani. Il sospetto è che i genitori della bambina abbiano taciuto informazioni sul rapimento

Firenze, il racket degli affitti in hotel dietro il rapimento di Kata. Il ruolo dello zio e il silenzio dei genitori

È il racket degli affitti all’interno dell’ex hotel Astor di via Maragliano a Firenze — quello da cui lo scorso 10 giugno è sparita la piccola Kataleya, «Kata» — il filo che lega le due inchieste della Procura di Firenze. Lo scrive oggi il Corriere della Sera in relazione alla bimba di origine peruviana scomparsa nel capoluogo toscano. "La prima, quella della squadra mobile della questura, ha portato in carcere quattro peruviani accusati — a vario titolo — di estorsione, tentata estorsione, tentato omicidio e lesioni: tra di loro c’è Abel Alvarez Vasquez, conosciuto come Dominique, lo zio materno di Kata, l’ultimo ad avere visto la bambina prima della scomparsa".

La seconda indagine è invece quella dei carabinieri del nucleo investigativo provinciale, che ieri ha portato a dieci perquisizioni nei confronti di tre amici della famiglia e di sette parenti della bambina, tra cui Miguel Angel Ramon Chicllo Romero e Katherine Alvarez, il padre e la mamma della piccola (nessuno di questi però è indagato).

Dominique, lo zio di Kata era in sostanza il 'braccio destro' di Carlos, nelle attività di estorsione ai danni degli occupanti dell'hotel Astor di Firenze. Nell'ordinanza, il gip parla di "pericolosità di tutti gli indagati e, in particolare, dei soggetti chiamati Carlos e Dominique".

"Gli indagati si sono mossi in un numero di almeno 15 persone per compiere le loro attività delituose dimostrando così di avere a disposizione un consistente numero di complici", si legge nel documento. Un testimone ha riferito agli inquirenti che "Carlos e Dominique 'capeggiavano' l'albergo". 

Come riferisce il Corriere della Sera, "gli inquirenti parlano di «faide tra i parenti della famiglia Alvarez e gruppi di peruviani, ecuadoregni e romeni che occupavano l’hotel per il possesso e la gestione illecita delle stanze per le quali erano richieste», dietro brutalità e percosse, «somme di denaro». Il sequestro dei cellulari dei genitori serve dunque a capire se vi siano mail, messaggi o chat utili alle ricerche. Il pesantissimo dubbio, citato nello stesso decreto di perquisizione, è che la mamma e il papà di Kata possano aver ricevuto da qualcuno importanti informazioni sul rapimento ma abbiano preferito non riferirle durante gli interrogatori".