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Cronache
La "talpa" che accusa Sgarbi: "Ho avvisato io Meloni. Era un covo d'affaristi"

Sgarbi, parla il suo ex collaboratore: "Ho scaricato le mail e inviato tutto a Palazzo Chigi"

La vicenda giudiziaria che riguarda il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi continua a tenere banco. La novità riguarda colui che il critico d'arte chiama "corvo", il suo ex collaboratore che ha svelato il caso delle consulenze pagate. Sgarbi diceva di conoscere l'identità dell'uomo che ha fatto scoppiare lo scandalo. "Un tizio - lo definiva - che collaborava con me ai tempi di Rinascimento e un bel giorno sparì, la madre raccontò che era in coma, invece era agli arresti domiciliari per truffa". Dario Di Caterino, ex social media e manager del critico d’arte adesso - si legge su Il Fatto Quotidiano - esce allo scoperto e ammette di essere lui la "talpa" che ha rivelato le attività “parallele” di Sgarbi. Ha 45 anni, è pugliese e il rapporto professionale con il sottosegretario è cominciato nel febbraio 2022. Ovvero all’epoca della candidatura alle elezioni amministrative del movimento Io Apro, poi diventato Io Apro Rinascimento dopo la fusione con quello di Sgarbi. Di Caterino dice di essere pronto ad essere ascoltato dai pubblici ministeri.

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Mentre il sottosegretario è indagato a Roma per evasione fiscale. L’Antitrust ha avviato un'istruttoria per conflitto d’interessi. Il social media manager racconta che ha inviato una lettera a Giorgia Meloni e a Gennaro Sangiuliano con tutti i dati. "Non ne potevo più - dice Di Caterino a Il Fatto - di vedere gli uffici dei ministeri ridotti a un covo di affaristi". E aggiunge che la lettera che ha inviato "tanto anonima non era. C’è il dettaglio delle informazioni e c’è questa intervista a viso aperto". E sull’accusa di furto di dati precisa: "Ho scaricato le mail, ma le password me le avevano date loro". Poi parla del tariffario di Sgarbi e dei gettoni di presenza. Per una conferenza non meno di 3.500 euro. Per uno spettacolo teatrale 5 mila. Una prefazione a un libro 4 mila. Un evento del 16 novembre 2022 a Pordenone ricevette un finanziamento da una multinazionale austriaca: 5 mila euro poi raddoppiati.

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