Cronache
Le carni sintetiche sono sane e sicure? Rischio cancerogeno e patogeni
Le carni sintetiche si producono in laboratorio senza allevare animali ma presentano numerosi rischi. Eccoli, lo spiegano gli esperti di Center For Food Safety
Le carni sintetiche? L'esatto processo di produzione e gli input necessari per la produzione di ‘carne’ su larga scala coltivata in laboratorio sono sconosciuti
Numerosi lettori ci scrivono, dopo l’intervista al professor Pierluigi Rossi, "I cibi sintetici? Solo marketing. Possono compromettere la salute".
L’interesse esplode sulla carne sintetica. Addirittura diversi animalisti ritengono che questa carne prodotta in laboratorio possa indirizzare l’industria alimentare verso “carni” alternative a quelle degli allevamenti che passano dall’uccisione di animali. Ma questa “carne” coltivata nei biorettori, e simili, è sicura?
Tra gli innumerevoli scritti il contributo forse più interessante sull’argomento è un lavoro del Center For Food Safety (Centro per la sicurezza alimentare USA), prestigiosa associazione a Stelle e Strisce di legali, medici, professori ed esperti di settore che da anni si batte contro gli allevamenti intensivi, l’uso del glifosato in agricoltura ed ha all’attivo la vittoria contro la creazione del primo animale geneticamente modificato (il salmone, in via d’estinzione).
Le carni sintetiche? Settore finanziato dall’industria della carne Usa e da Bill Gates
Le aziende che trattano questo nuovo tipo di “carne" coltivata in laboratorio vogliono presentarla sul mercato “sotto forma di pollo, manzo, maiale, frutti di mare, alimenti per animali domestici e altro ancora”. “Queste società”, spiegano gli esperti di Center For Food Safety, “sono sostenute da enormi investimenti da parte di società del settore della carne (Cargill e Tyson), società di venture capitalist (Blue Yard Capital, Union Square Ventures, S2G Ventures e Emerald Technology Ventures) e miliardari come Bill Gates e Richard Branson (quello di Virgin Group, ndr)”.
I fan ne pubblicizzano le qualità, presentandole come un'alternativa rispettosa dell'ambiente, cruelty-free e priva di antibiotici, diversamente dall'attuale produzione di carne. Ma non è così.
Bisogna prima di tutto capire se gli interventi sulle cellule passino per processi di ingegneria genetica che possono “incoraggiare le cellule tumorali”, scrivono quello di Center For Food Safety, “abbiamo bisogno di maggiori informazioni su come le cellule sono progettate e vengono fatte crescere”.
Di fatto “l'industria è nuova e l'esatto processo di produzione e gli input necessari per la produzione di ‘carne’ su larga scala coltivata in laboratorio sono sconosciuti (o non vengono divulgati dalle aziende)”. Mangiare qualcosa il cui processo di creazione industriale è totalmente sconosciuto è di certo un azzardo, tanto più se è un’attività complessa e industriale. Magari questo tipo di carne fa benissimo all’ambiente ma non sappiamo che effetto abbia sull’intestino e il corpo umano. Per assurdo anche mangiarsi tutta la plastica dispersa nell’ambiente farebbe benissimo alla natura ma non lo facciamo.
In più per produrre "carni" coltivate in laboratorio, molti produttori estraggono cellule da animali vivi. Questo processo viene in genere eseguito “tramite biopsia, una procedura dolorosa che utilizza aghi di grandi dimensioni”. Se un'azienda potesse espandersi con questo metodo dovrebbe avere molti animali a disposizione e fare ripetuti interventi di questa natura a livello industriale.