Cronache

Libia: Pinotti, autodifesa militari italiani sarà lecita

Libia: Pinotti, nessuna ingerenza o lesione sua sovranità

Libia: Pinotti, autodifesa militari italiani sarà lecita


L'autodifesa dei militari italiani impegnati nella prossima missione in acque territoriali libiche "sara' lecita". Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti nel corso dell'intervento in commissioni Difesa di Camera e Senato riunite congiuntamente e dove si sta parlando dell'evoluzione della situazione in libia. Con il ministro Pinotti c'e' anche il titolare della Farnesina, Angelino Alfano. Le parole del ministro della Difesa sono riferite all'ipotesi che da parte dei trafficanti di migranti possa esserci una contrapposizione armata nel momento in cui si vedano bloccata la via del mare.


Libia: Pinotti, nessuna ingerenza o lesione sua sovranità


"Nessuna ingerenza o lesione della sovranita' libica, semmai rafforzarla fornendo il sostegno". Lo ha precisato il ministro della Difesa Roberta Pinotti a proposito della prossima missione militare italiana in acque territoriali libiche. Pinotti, in commissioni Difesa di Camera e senato riunite congiuntamente, ha precisato che le unita' navali impiegate saranno tratte dal dispositivo nazionale 'Mare sicuro' gia' operativo, con l'inclusione di una nave di supporto logistico, il che non comportera' alcun onere economico aggiuntivo rispetto a quanto gia' stanziato dall'Italia per 'Mare sicuro'. Il titolare della Difesa ha spiegato che si provvedera' ad una azione di ricognizione preliminare a Tripoli per individuare le esigenze, e le regole d'ingaggio "saranno le stesse di 'Mare sicuro', con gli adattamenti necessari". Verra' individuata un'area SAR (ricerca e soccorso) e la strategia procedera' "secondo i ritmi dettati dalle condizioni interne alla Libia, che sappiamo essere caratterizzata da larghe frammentazioni".

Il ministro ha tracciato sinteticamente una sorta di ricostruzione della fase che ha portato ad oggi, ricordando quindi che l'attuale governo libico ha ricevuto il riconoscimento dell'Onu il 23 dicembre 2015 (con la risoluzione numero 2259) e lo stesso Onu ha invitato i Paesi ad esso aderenti a lavorare con le autorita' libiche in risposta alle loro richieste di assistenza. "L'Italia si e' sempre mossa nel quadro internazionale e nelle decisioni Onu - ha detto Pinotti -, lavoriamo da sempre con un approccio inclusivo per dialogare con tutte le autorita' locali, riconoscendo l'autorita' di Tripoli con il governo di al Serraij, che e' riconosciuto dall'Onu". Il titolare della Difesa ha aggiunto che e' "importante lavorare insieme a loro e sulla base di loro richieste di sostegno. Una di queste, diretta alla Ue - continua al ricostruzione di Pinotti - riguarda il sostegno alle proprie forze navali, con l'addestramento del personale. L'Italia ha sostenuto queste richieste con operazione 'Sophia'. Circa 100 tra ufficiali, sottufficiali e marinai sono stati addestrati a bordo di una nave italiana e di una olandese, e altri 40 ufficiali sono stati addestrati a a terra a Creta e Malta, altre attivita' sono previste in Italia e in Spagna". Con il sostegno alla Guardia costiera libica, in parallelo e' stato dato sostegno alla Libia nella lotta al terrorismo, da ottobre 2016 e' in atto la missione 'Ippocrate' con l'ospedale da campo attivato dall'Italia a Misurata, dove sono stati finora effettuati 266 interventi chirurgici, curate oltre 3mila persone - e non solo dell'area di Tripoli, ha tenuto a precisare Pinotti -, ci sono stati 85 trasferimenti di libici negli ospedali militari italiani a Roma e a Milano. Ad aprile sono state fornite alla Guardia costiera libica 4 unita' guardacoste; altre richieste di supporto "ad ampio spettro" sono arrivate, come l'addestramento allo sminamento, il gemellaggio con strutture ospedaliere locali. Poi si e' arrivati al 23 luglio, cioe' alla richiesta libica di un sostegno tecnico navale agli organi libici attivi nel contrasto al traffico di esseri umani. L'obiettivo della missione e' "assicurare un sostegno di natura logistica, tecnica e operativa alle unita' navali libiche accompagnandole e sostenendole con attivita' congiunte e coordinate, assicurando il mantenimento e il ripristino dell'equipaggiamento". Si trattera' di operare anche nelle acque territoriali e porti della Libia, con l'invio di nostre unita' navali a Tripoli e nella zona ad est ed ovest della stessa Tripoli, "sulla base delle esigenze formulate dai libici, nel piu' stretto coordinamento"


Libia: Pinotti, escluso blocco navale, sarebbe un atto ostile


E' "escluso un blocco navale" da parte di unita' militari italiane in prossimita' delle acque territoriali libiche; "il blocco navale e' un atto ostile". Lo ha chiarito il ministro della Difesa Roberta Pinotti nel corso dell'intervento che con il ministro degli Esteri Angelino Alfano sta facendo davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato riunite congiuntamente per l'esame dell'evoluzione della situazione in Libia. Il ministro ha sottolineato che l'eventuale missione e' finalizzata alla protezione e difesa dei mezzi della Guardia costiera libica; alle attivita' di collegamento e consulenza con le autorita' locali; al supporto logistico per il ripristino dell'efficienza dei mezzi funzionali al contrasto dell'immigrazione clandestina. "Stiamo parlando di richiesta di sostegno e aiuto per quello che riguarda l'attivita' della Guardia costiera libica, e mi riferisco alle zone ad est ed ovest di Tripoli ma non saranno esclusive, perche' nel caso ci fossero altre zone che si ampliano, sempre in accordo con i libici l'azione puo' essere estesa ad altri specchi di mare". Quindi "collegata al dove si concentrano le attivita' illegali".

Il ministro della Difesa ha anche rilevato che le regole d'ingaggio "dovranno essere estese al fatto che la missione diventa bilaterale", rispetto invece all'operazione 'Mare sicuro'. Pinotti ha anche ricordato che "il diritto internazionale prevede la legittima difesa estesa, che prevede un uso della forza limitato, graduale e proporzionale. E la stessa cosa sara' nel caso siano messe a rischio le navi dei libici".