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Cronache
Liguria, Toti scaricato: dimissioni vicine. "Chiesero lavori per i voti"

Inchiesta ligure, i fratelli Testa e l'odore di mafia che complica tutto per Toti e Cozzani

Gli interrogatori stanno mettendo sempre più in difficoltà il presidente della Liguria Giovanni Toti, ormai scaricato da tutti e ad un passo dalle dimissioni. Oltre all'imprenditore Aldo Spinelli, anche lui ai domiciliari come il governatore, che ha detto ai pm "dal presidente pressioni e promesse che puntavano ad avere degli aiuti economici", ora a complicare le cose arriva anche la deposizione di una fedelissima di Toti, la deputata Ilaria Cavo (non indagata), sentita come testimone dalla Procura di Genova. Alla candidata su cui sarebbero confluiti parte dei voti in odore di mafia, - riporta Il Fatto Quotidiano - non piacevano quei personaggi che secondo i pm manovravano i voti della comunità siciliana di Certosa, consensi che sarebbero stati inquinati da personaggi vicini al clan Cammarata di Riesi. Cavo racconta ai pm di aver espresso i suoi dubbi a Matteo Cozzani, il capo di gabinetto del governatore.

Leggi anche: Inchiesta in Liguria, aperto un fascicolo per rivelazione di segreto d'ufficio

"Conobbi i fratelli Testa in un ristorante di Bergamo nel 2020 – è la sintesi di quanto spiegato ai magistrati – mi offrirono supporto in cambio di posti di lavoro, ma non mi piacevano i loro modi, per questo dissi a Cozzani che non li avrei incontrati". Cavo, che prima di entrare in politica è stata una nota giornalista televisiva, riferisce sostanzialmente di aver percepito in quegli interlocutori un modo di agire ai limiti della corruzione e che per questo - prosegue Il Fatto - si era tenuta alla larga dalle cene elettorali che hanno portato a indagare Cozzani per corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa (Toti è indagato per lo stesso reato, ma senza l’aggravante). Tra le novemila pagine di atti depositati, emerge - lo riporta Il Corriere della Sera - che nell’inverno 2022 un imprenditore della cantieristica ligure aveva chiesto un incontro con Toti al capo di gabinetto del governatore Matteo Cozzani (indagato) per parlare della realizzazione di un bacino. Cozzani, secondo gli inquirenti, avrebbe lasciato intendere che si sarebbero potuti usare 5 milioni all’anno dei 30 del Pnrr perché tanto "chi se ne accorge?".

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