Cronache

Grattacielo senza vie di fuga né estintori. La vergogna di Londra

Lorenzo Lamperti

Soccorsi in ritardo, rivestimento esterno con materiale infiammabile, le segnalazioni degli attivisti completamente ignorate, il malfunzionamento dell'allarme antincendio. E soprattutto l'assenza totale di vie di fuga, la presenza di tubi e caldaie a gas sulle scale, l'assenza di estintori e la mancanza di manutenzione per i pochi presenti.

Le condizioni di sicurezza all'interno del grattacielo andato in fiamme andato in fiamme a Londra erano del tutto inesistenti. Si è scoperto infatti che nella Grenfell Tower non esistevano scale di emergenza. Un assurdo per un gigantesco palazzo di 24 piani che ospitava 120 appartamenti e più di 600 persone. Le scale normali invece erano invase da rifiuti e pile di tubi e caldaie a gas che non rispettavano gli standard minimi di sicurezza.

Non solo. Gli estintori erano pochi, troppo pochi per un palazzo del genere. E i pochi presenti erano sprovvisti di manutenzione, tanto che i controlli a riguardo erano in ritardo di più di un anno. Un altro elemento inquietante è quello del rivestimento esterno del palazzo, che secondo molti avrebbe favorito l'incendio. Il recente rivestimento della facciata con pannelli di alluminio imbottito di polistirolo, forse infiammabili, avrebbe accelerato la propagazione delle fiamme. 

E i residenti indicano che nelle vicinanze anche una scuola è stata rivestita dello stesso pericoloso materiale. Un gruppo di attivisti aveva segnalato i rischi alle autorità locali ma non era intervenuto nessuno. Senza contare che la notte della tragedia l'allarme antincendio non ha funzionato. E molti testimoni parlano di ritardi nei soccorsi, con l'arrivo di soli due mezzi di pompieri dopo 30 minuti dall'inizio dell'incendio con solo uno dei due in grado di pompare acqua.

Insomma, tutto si può dire tranne che non fosse una tragedia annunciata. Nessuno ha prevenuto, anzi, probabilmente il dramma che è costato la vita a decine e decine di persone è stato in qualche modo favorito. E questo fa specie se si pensa che è successo nel 2017, a Londra, capitale della Gran Bretagna. Quella Gran Bretagna che ha scelto di uscire dall'Unione europea e che spesso si è sentita in diritto di dare lezioni su prevenzione e spesa pubblica ad altri paesi come l'Italia. Ora purtroppo Londra si trova costretta a fare i conti con l'ennesima tragedia. Ma stavolta le colpe potrebbero essere solamente sue.