Cronache

Lucarelli vs Facci. E siluro a Fedez. "Atteggiamento dal sapore mafiosetto"

Fedez contro Rai, che cosa dice Lucarelli. Con il collega Filippo Facci intanto la faida continua

Fedez querelato dalla Rai e audizione in Commissione di Vigilanza rifiutata, "Non mi vogliono in commissione vigilanza. Paura eh?". Sulla vicenda interviene anche Selvaggia Lucarelli: "Chi ha ragione lo deciderà la legge" ma da parte di Fedez "vagamente mafiosetto minacciare 'non ho ancora pubblicato tutto'".

Anche la giornalista e opinionista Selvaggia Lucarelli è intervenuta sulla vicenda che vede coinvolti Fedez e la Rai, dopo che la richiesta del rapper di essere ascoltato in Commissione di Vigilanza Rai, in seguito alle polemiche sul concertone del Primo Maggio e le accuse di diffamazione da parte della Rai, che lo ha anche querelato, è stata rifiutata. A Fedez è stata comunque richiesta una memoria sui fatti pre-concertone per conoscerne le motivazioni. Ma la risposta del rapper è stata una mail con tre emoji a forma di pagliacci. Su instagram ha commentato piccato la scelta della decisione: "Paura, eh? Questi erano quelli del 'serve un contraddittorio'". Lucarelli su twitter non si schiera su chi ha ragione e chi ha torto ma definisce "un atteggiamento dal sapore vagamente mafiosetto il minacciare 'non ho ancora pubblicato tutto quello che ho in mano'" da parte del rapper, nella risposta di ieri alla querela da parte della Rai.

Della mail con i pagliacci di Fedez, il presidente della Vigilanza Rai, Alberto Barachini, ha informato i commissari oggi durante le audizioni in corso sul ruolo e la funzione della Rai in relazione ai cambiamenti del mercato audiovisivo, commentando: “La Commissione parlamentare di Vigilanza ha rispettato Fedez, mentre lui non rispetta istituzioni. Sono amareggiato“.

Il consorte della Ferragni replicando alle parole con cui il segretario della commissione bicamerale, Massimiliano Capitanio (Lega), annunciava la querela della Rai ha dichiarato: “Il leghista che ha annunciato la querela della Rai nei miei confronti diceva questo: ‘Ci siamo già dichiarati disponibili ad accogliere la richiesta di Fedez di venire in Vigilanza’, ora si rifiutano di ascoltare la mia versione dei fatti in commissione di Vigilanza Rai. Ne prendo atto. Non credo ci sia nulla da aggiungere”.

Lucarelli-Facci: nuovo round al vetriolo. 

Il giornalista di Libero Filippo Facci sulla querela da parte di Selvaggia Lucarelli, che "è una che querela molto", sostiene, spiega che la querela da parte della giornalista è arrivata dopo che nell'aprile 2020 aveva "scritto che la giornalista non-professionista Selvaggia Lucarelli è un'incompetente" e, tra le altre cose, "che aveva pubblicato delle spettacolari sciocchezze sulla Regione Lombardia, e che il suo giornale era scivolato sull'untuosa strisciata di lingua che ogni giorno dedicava al governo. Poi - continua - in un tweet su internet, ho invocato la pensione anticipata" e prosegue riportando il resto delle parole indirizzatele. "Allora lei mi ha querelato" spiega, "ha denunciato che l'avevo anche definita 'ignorante' e 'attempata stagista del giornalismo tradizionale'", e ammette di aver "denigrato la sua capacità professionale". "Poi - conclude - il 20 ottobre 2020 il pm ha chiesto l'archiviazione della querela. Lei non se n'è fatta una ragione, e ha subito fatto opposizione alla richiesta di archiviazione. Però il giudice, il 18 maggio 2021, insomma l'altro giorno, ha confermato l'archiviazione. Fine. Oddio, la signora potrebbe ricorrere in Cassazione: ma saprà che cos'è?".

Non si è fatta attendere la risposta di Selvaggia Lucarelli che, in una lettera a Dagospia, ha replicato: "Fa bene 'il giornalista' a porre l'attenzione sugli insulti da me subiti e sull'archiviazione a seguito della mia querela, perché tale archiviazione racconta molto bene due cose: il livello del giornalista (ormai in verità noto a tutti) e quello del giudice Livio A. Cristofano, il quale ritiene che ad un articolo (mio) sulla sanità in Lombardia si possa rispondere 'tette da vecchia matrona' e 'portasfiga'".

E conclude: "In sintesi: capito amiche colleghe? Voi scrivete di sanità, libri, tv o politica e un collega vi insulta commentando le vostre tette o parlando di iella che portereste?  E' ironia. Lo dice la legge. Alla fine hanno ragione Pio e Amedeo: se ti dicono 'negro' sei tu che devi riderci su". 

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