Cronache
Mafia, dal turismo alle giunte politiche: in Puglia è allarme criminalità
Dalle classiche estorsioni alle più sofisticate infiltrazioni imprenditoriali: non s'arresta il dilagare della criminalità nel Tacco dello Stivale
In Puglia crescono organizzazioni criminali e malavita: il report della commissione parlamentare antimafia
Duecento pagine di analisi socio-criminale mafiosa dedicate a un’unica regione, la Puglia: la commissione parlamentare antimafia della diciottesima legislatura ha pubblicato l’ultimo rapporto che tratta della diffusione delle varie forme di criminalità organizzata nel Tacco dello Stivale.
A Brindisi l’ultimo omicidio che ha stroncato la vita del 31enne Luca D’Errico, ammazzato con un colpo alla nuca nella notte del 14 febbraio e che ha tutto il sapore di una esecuzione mafiosa, testimonia la violenza delle nuove leve.
Proposta dal senatore Marco Pellegrini del Movimento 5 stelle, l’inchiesta offre un quadro generale dagli anni Ottanta, con la “mafizzazione” della criminalità pugliese e la nascita della Sacra Corona Unita per mano di Pino Rogoli, fino alla presenza delle consorterie criminali nella città di Bari e provincia, nel foggiano e nel Salento, osservando come lo sviluppo economico-sociale della regione Puglia subisca forti condizionamenti dalla presenza di gruppi criminali radicatisi a macchia di leopardo sull'intero territorio.
“Gruppi che hanno nel tempo compiuto un salto di qualità, proiettandosi da una dimensione familiare e rurale verso una prevalentemente imprenditoriale” si legge nel rapporto della commissione antimafia. “È confermato l'uso della forza intimidatrice, l'influenza dannosa del fattore omertoso, l'elemento della presenza di famiglie che si tramandano conoscenze e competenze criminali, attraverso la sostituzione delle vecchie leve, costrette in stato di detenzione o i cui componenti risultano essere stati colpiti a morte in agguati, con quelle nuove. I legami di sangue determinano solidità dei vincoli tra i componenti delle organizzazioni criminali con conseguente riduzione della penetrabilità attraverso le azioni di contrasto.
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Viene quindi dimostrata la flessibilità degli assetti organizzativi e, purtroppo, la diffusa volontà di proseguire attraverso l'uso a volte incontrollato della violenza, le attività illecite, le infiltrazioni in settori legali (e le interdittive antimafia ne sono la comprova), nelle pubbliche amministrazioni e negli organismi rappresentativi (come attestano gli scioglimenti dei consigli comunali).”