Cronache
Maltempo, già 6 miliardi di danni. Dal governo tagli del 40% al Bacino del Po
Le stime ballano tra i 5 e i 6 miliardi. Giorgetti attiva i canali diplomatici per il Fondo di solidarietà europeo. Tagli all'Autorità del Bacino del Po
Maltempo, ora c'è paura in Piemonte
La pioggia fa paura in Piemonte, dopo l'alluvione che ha messo in ginocchio l'Emilia Romagna. Resta l'allerta arancione su Torinese e Cuneese per rischio idraulico. Continuerà a persistere l'intenso flusso umido da est-sudest in quota e da nordest nei bassi strati atmosferici, determinando piogge intense e persistenti su zone montane e pedemontane alpine occidentali e sudoccidentali con valori anche molto forti tra torinese e cuneese.
La quota neve sarà in graduale aumento fino a 2300-2400 e in serata è atteso l'aumento dei livelli dei corsi d'acqua che potrebbero superare i livelli di guardia. Sui versanti sussistono probabilità moderate che si verifichino inneschi isolati di frane superficiali nelle aree collinari e pedemontane del Torinese.
In Piemonte negli ultimi due giorni sono state registrate complessivamente precipitazioni tra i 90 e i 120 millimetri sulle fasce pedemontane di Biellese, Torinese e Cuneese. È stata sgomberata in via precauzionale, a causa delle abbondanti piogge, la borgata Robert a Perosa Argentina, nel Torinese ed è stata chiusa la strada provinciale della Val Clarea, in provincia di Torino, e continuano le chiusure preventive (svincoli, entrate e uscite) su alcuni tratti dell'autostrada Torino-Piacenza.
Occhi puntati sui torrenti Corsaglia ed Ellero a Mondovì, Casotto a Monasterolo, Pesio a Carrù e Maira a Racconigi. Sono 130 i volontari attivati dai Centri operativi misti di Nichelino e Pinerolo. Il presidente Cirio e l'assessore Gabusi invitano nuovamente i cittadini a "non intraprendere viaggi se non strettamente necessari" e ricordano che "tutti i Comuni sono allertati e pronti ad agire".
Danni tra i 5 e i 6 miliardi. Servono soldi, il governo chiede aiuto all'Europa
Intanto si fanno le stime dei danni. Secondo Repubblica, "gli agricoltori calcolano ricadute che vanno da 1 a oltre 2 miliardi a seconda delle associazioni e dei comparti, per le strade e le infrastrutture la Regione e i ministri Salvini e Piantedosi ieri hanno stimato 620 milioni di danni ma senza contare le strade comunali. Poi vanno aggiunti turismo, industria e servizi. Per l’alluvione del 2 e 3 maggio la Regione aveva parlato di almeno un miliardo di danni. Stavolta l’area colpita è molto più ampia. Il calcolo potrebbe quindi facilmente raggiungere o superare i 5 miliardi".
Strade, ponti, case, imprese ferme, agricoltura distrutta: il conto sarà salato. Il Fatto Quotidiano sposta l'alsticella sopra i 6 miliardi. Secondo la Stampa, "le stime meno pessimistiche consegnate a Palazzo Chigi dalla Regione su quanto necessario oscillano fra uno e due miliardi di euro, di questi tempi un impegno enorme per il bilancio pubblico. I soli interventi per strade e ferrovie costeranno 620 milioni di lavori, escludendo i costi di messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio".
"Il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti non ha dove prendere le risorse, e per questo sono già stati attivati i canali diplomatici per attingere al Fondo di solidarietà europeo sulle emergenze", aggiunge il quotidiano di Torino.
Dal governo tagli del 40% dei fondi per l'Autorità del Bacino del Po
Intanto polemiche tra governo e associazioni locali. Il Fatto Quotidiano scrive che "il governo guidato da Giorgia Meloni ha tagliato, nell ’ambito della legge di Stabilità approvata a dicembre scorso, il 40% dei fondi assegnati annualmente all’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, l’ente interregionale che si occupa, tra le altre cose, della sicurezza idrogeologica di tutto il Nord Italia e, dunque, anche delle aree colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna".
Il Fatto ha chiesto chiarimenti al ministero dell’Ambiente sulle ragioni che hanno portato al taglio dei fondi. Il dicastero guidato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin fa sapere che la redistribuzione delle risorse avrebbe “risolto l’assenza di fondi per i restanti 2/3 del Paese, riconoscendo ulteriori finanziamenti a tutte le AdB (quindi per tutto il territorio nazionale) per consentire l’assunzione della nuova dotazione organica prevista dai medesimi Enti”.