Cronache

Masiello: "Legge del '91 sui Parchi inadeguata. Il Parlamento la modifichi"

Eduardo Cagnazzi

Per il vice presidente di Coldiretti va tenuto conto che l'agricoltura si è innovata e produce anche servizi. I sindaci: Parco senza clausole di salvaguardia

La legge quadro sui parchi del 1991 va rivista ed adeguata legandola allo sviluppo del territorio, dell’ambiente e dell’agricoltura che oggi è portatrice anche di servizi turistici. Nella consapevolezza che senza una solida rete di tutela dell’agricoltura si condanna il territorio al disastro economico e alla desertificazione sociale. A tracciare la nuova roadmap all’Universitas di Morcone è Gennarino Masiello, vice presidente nazionale di Coldiretti, nel corso di un incontro sulla nascita del Parco nazionale del Matese. Il Parco del Matese comprenderà 63 Comuni (37 della Campania e 26 del Molise), quattro province (Benevento, Caserta, Campobasso, Isernia) e poco meno di 160mila cittadini residenti. “Fino ad oggi -ha sottolineato Masiello- si è parlato del Parco e delle conseguenze della sua istituzione sulla vita di migliaia di imprese agricole senza coinvolgere gli agricoltori. Non possiamo accettare che sia tenuto fuori dal tavolo di lavoro chi fino ad oggi ha tutelato e tenuto vivo questo territorio. È il meccanismo che non funziona più. Dopo quasi trent’anni è arrivato il momento di rivedere la legge quadro nazionale sui Parchi, risalente al 1991. Con la collaborazione dei parlamentari dell’area chiediamo al ministro dell’Ambiente Costa di rimettere in discussione la legge. L’agricoltura in tre decenni ha cambiato pelle ed è l’unico settore ad essersi profondamente innovato. Oggi l’agricoltura non è solo produzione ma, grazie alla multifunzionalità introdotta nel 2001, può trasformare, vendere e offrire servizi. Noi siamo favorevoli al Parco, ma la legge quadro deve adeguarsi ai cambiamenti, altrimenti rischia di mummificare il territorio, desertificare i Comuni e distruggere l’economia”.

Una proposta accolta favorevolmente dai sindaci presenti che hanno manifestato la volontà di portare nei rispettivi Consigli comunali una delibera che accolga le linee guida, chiedendo alle Regioni Campania e Molise di esprimersi verso il Ministero dell’Ambiente subordinando l’iter del Parco alla sospensione e modifica della clausola di salvaguardia prevista dall’art. 6 della Legge 394 del 1991. Questa modifica consentirebbe alle comunità locali una pianificazione urbanistica che valorizzi l’habitat naturale senza ingessare le potenzialità di sviluppo, che hanno come perni principali l’agricoltura e il turismo.  

La proposta di Regolamento avanzata da Coldiretti si articola nei seguenti punti chiave: il territorio del Parco costituisce, in tutte le sue componenti -naturali, culturali, economiche e urbanistiche bene comune di carattere unitario ed indivisibile; la zonizzazione prevede tre ripartizioni: Zona 1 (ambiti con inesistente o minimo grado di antropizzazione), Zona 2 (ambiti con limitato grado di antropizzazione), Zona 3 (ambiti con elevato grado di antropizzazione); per le tre zone ha valenza e contenuto di interesse pubblico la multifunzionalità agricola, quale presidio di tutela e salvaguardia del patrimonio paesistico-ambientale; la disciplina del Parco è realizzata di concerto e condivisione con le comunità e con le organizzazioni agricole; sostituire gli indici di matrice urbanistica con indici di derivazione agronomica; redazione di una Carta dei Suoli conferendo al territorio agricolo la funzione di sviluppo locale; agevolare il recupero/ampliamento delle preesistenze rurali per fini abitativi degli imprenditori agricoli.