Cronache

Mazzetta Capitale, se ai magistrati spetta ancora la scelta dei sindaci

Pietro Mancini

Il caso Roma

Il "rosso" Buzzi e il "nero" Carminati stangati? Non furono "cravattari" ma neppure "colleghi" di Totò Riina. E a Roma c'erano politici ladroni e funzionari corrotti. Ma nessuno mafiò nella capitale "corrotta di una Nazione infetta" (come scrisse, su "L'Espresso", nel lontano 1955, Manlio Cancogni).

Troppo risalto mediatico-sin dal nome ("Mafia capitale"), smentito dalla sentenza di primo grado- a un'inchiesta, cavalcata dai grillini, che sono riusciti a portare la signora Raggi in Campidoglio. La Sindaca, tuttavia, non si è rivelata, come il predecessore Marino (PD), il medico più efficace per curare e guarire i tanti mali di Roma.

Anzi, ne ha creato nuovi, con la pessima scelta dei collaboratori e la sua indecisione. E ancora una volta la politica e l'opinione pubblica hanno sbagliato a non distinguere tra le mele marce e gli amministratori corretti. E, soprattutto, a non separare la propria attività da quella dei magistrati, a cui spetta il controllo di legalità, non la scelta dei Sindaci e degli assessori.