Migranti, Salvini querela Saviano: indagato dalla Procura per diffamazione
La Procura di Roma: "Atto dovuto". Saviano: "L'affronterò a testa alta". Salvini: "Non ritiro la querela, devolverò in beneficenza i soldi della causa"
Roberto Saviano è ufficialmente indagato dalla Procura di Roma per diffamazione, a seguito della querela presentata da Matteo Salvini il 19 luglio scorso dopo che lo scrittore lo aveva definito, fra gli altri epiteti, "ministro della malavita".
L'iscrizione nel registro degli indagati viene definita dalla Procura come "atto dovuto", e in queste ore si sono susseguite le dichiarazioni degli interessati: "Affronterò la querela del Ministro della Mala Vita a testa alta" ha commentato Saviano. "Dobbiamo mettere i nostri corpi a difesa della Costituzione e della libertà di pensiero. Non indietreggio di un passo nella critica al suo operato. Io non ho paura, non ne ho mai avuta".
Salvini dal canto suo, interpellato dai giornalisti alla Camera, ha risposto che non ritirerà la querela nei confronti di Saviano. "Ma ci mancherebbe altro. È indagato? Mi sembra il minimo. Io adoro la critica, ma un conto è la critica, un altro darmi del mafioso. Se qualcuno mi dà dell'assassino ne paga le conseguenze, quella non è critica politica, quello è insulto. Spero che ci sia un giudice che rapidamente riconosca che qualcuno ha sbagliato. Poi a me non interessano i soldi di Saviano, se me ne venisse in tasca una lira, la devolvo in beneficenza. Però è giusto che qualcuno si prenda le responsabilità di quello che dice".
Solidarietà a Saviano è arrivata da alcuni esponenti della Sinistra, in primis dal Governatore del Lazio Nicola Zingaretti in un tweet: "Grazie a @robertosavianoprotagonista di un risveglio civile dell'Italia a difesa della legalità".