Anche per quelli che finiscono nel circuito dell’accoglienza, “in strutture da cui è ovviamente consentito uscire, la tentazione di andare via alla prima occasione buona e di non fare più ritorno puo’ essere forte: è un segmento, non piccolo, al quale guardare con particolare attenzione perché il rischio concreto è quello che imbocchi una strada sbagliata. C’è chi va ad ingrossare le fila della manovalanza criminale, e viene ritrovato nelle piazze di spaccio, e chi cade nel circuito dello sfruttamento, e finisce a chiedere l’elemosina o a fare il lavavetri ai semafori”. La casistica dei minori italiani è sostanzialmente diversa.
“Molti sono allontanamenti volontari, vere e proprie fughe – sottolinea il commissario del governo per le persone scomparse - magari legate a problemi familiari, a forme di disagio giovanile, al rendimento scolastico. Ci sono i casi di sottrazione anche internazionale di minori tra genitori separati, legati ai matrimoni misti. E ci sono casi di scomparsa legati in modo diretto o indiretto al mondo della rete, a situazioni di cyberbullismo, di adescamento online o di estorsione sessuale: un mondo, questo, che la polizia postale monitora con attenzione sempre maggiore anche in considerazione del tempo sempre più lungo che ragazzi e bambini trascorrono davanti agli schermi di pc, tablet e smartphone, anche per gli obblighi della dad e per l’isolamento imposto dalla pandemia”.
E a proposito di pandemia, “i dati – avverte Silvana Riccio - ci dicono che ha molto influito sul fenomeno, un po’ per i limiti agli spostamenti e un po’ per i controlli delle forze di polizia: i minori scomparsi nel 2020 sono stati il 13% in meno dell’anno precedente, ma nei primi tre mesi di quest’anno il loro numero è tornato a crescere”. I minori scomparsi l’anno passato rappresentano più della metà – il 57% - del totale degli scomparsi in Italia: il 70% viene rintracciato nel giro della prima settimana, molti rientrano spontaneamente a casa perché ‘pentiti’ o, più prosaicamente, per mancanza di soldi: “Succede pure, per fortuna non tanto spesso, che le famiglie ‘dimentichino’ di segnalarlo alle forze dell’ordine. E questo alla distanza crea non pochi problemi agli investigatori”.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, commissario e Dipartimento per l’informazione e l’editoria di palazzo Chigi hanno scelto una campagna informativa scattata con spot sulle reti Rai e su emittenti radio: l’hashtag scelto, #IlTempoèPrezioso, ribadisce quanto sia fondamentale denunciare immediatamente ogni caso. “Prima si interviene e più crescono le possibilità di ritrovare la persona – ribadisce il prefetto Riccio - Il tempo è una variabile importante. E un prezioso alleato delle ricerche”.
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