Cronache
Minori scomparsi in Italia, da Orlandi a Denise: 22 storie in cerca di verità
40 anni di misteri: dal caso di Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente del Vaticano, al giallo di Mazara del Vallo. Nel 2020 spariti 21 bambini al giorno
Quello di Angela Celentano, 3 anni, "volatilizzata" il 10 agosto '96 mentre si trova sul Monte Faito (località Arola, frazione del Comune di Vico Equense) è uno dei casi italiani di scomparsa di minore più noti e clamorosi: alla gita organizzata come ogni anno dalla comunità evangelica locale partecipano i genitori e diverse decine di altre persone ma nessuno sa dire dove sia finita da un momento all’altro la bambina che fino all’ora di pranzo giocava lì vicino. Ogni ricerca risulterà vana.
Otto anni, e la storia sembra ripetersi. Il primo settembre 2004 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, la nonna chiama per il pranzo Denise Pipitone, la nipotina di 4 anni, che giocava sul marciapiede davanti alla porta di casa: non la trova, non la troverà più nessuno. Tra parenti sospetti, ipotesi di vendette, falsi avvistamenti e test del Dna, negli anni il “giallo” torna periodicamente sotto i riflettori dei media: nell’aprile di quest’anno sfuma la speranza che Denise possa essere la ventenne russa che, ad un programma tv del suo Paese, racconta di essere stata rapita da bambina. Mentre è di ieri l’indiscrezione secondo la quale sarebbero due gli indagati della procura di Marsala che indaga sulla vicenda.
Sembra un caso di ‘family abduction’, di rapimento familiare, quello di Karim Dhahri, otto mesi, che il 13 maggio 2005 a Reggio Emilia viene portato fuori dal padre tunisino “per una passeggiata”: non faranno mai più ritorno. Pochi dubbi sembrano invece esserci sul destino delle gemelline Alessia e Livia Schepp, 6 anni: è il 30 gennaio del 2011 quando vengono viste l'ultima volta nei pressi della casa di papà Matthias, nel sobborgo di Losanna di Saint Sulpice: l’uomo, separato dalla moglie, dopo aver trascorso con loro il fine settimana non le riporta indietro. Per qualche giorno fa la spola tra Francia e Italia, poi nella notte tra il 3 e il 4 febbraio si getta sotto un Eurostar nei pressi della stazione ferroviaria di Cerignola (Foggia).
Nella sua auto, una Audi nera parcheggiata poco lontano, nessuna traccia delle figlie. Maya, 5 anni, e Rayan Kharbouch, 2 anni, escono con il padre nel pomeriggio del 30 agosto di un anno fa a Messina: non torneranno mai dalla madre, a cui sono affidati. Il padre potrebbe averli portati in Tunisia. Il 5 febbraio scorso a Milano Tiffany Jazmin Zelaya Lopez, 16 anni compiuti da pochi giorni, dopo aver partecipato ad una festa di compleanno, decide di non tornare a casa. Nessuno ancora sa per andare dove.
In Italia l’anno scorso sono scomparsi 21 minori al giorno, quasi uno ogni ora: poco meno della metà sono stati ritrovati, ma all’appello ne mancano sempre tanti, troppi, soprattutto tra gli stranieri che arrivano soli con i ‘viaggi della speranza’. Alla vigilia della “Giornata internazionale dei bambini scomparsi”, fissata per martedì, il commissario straordinario del governo per le persone scomparse, Silvana Riccio, fa il punto con l’AGI su un fenomeno che, sebbene in calo, resta allarmante.
“Nel 2020 – premette il prefetto Riccio – i minori scomparsi nel nostro Paese sono stati 7.672, dei quali 5.511 stranieri, il 71,8%. Quelli ritrovati sono stati 3.332, il 43,3%: dati che, letti nella prospettiva corretta, appaiono preoccupanti ma meno choccanti di quanto sembra: se si ‘spacchettano’, si scopre infatti che la percentuale di italiani ritrovati è decisamente superiore, intorno al 75%. E che i minori stranieri non accompagnati, che rappresentano larga parte degli scomparsi, sono scomparsi sì ma fino ad un certo punto”. “La fascia d’età più rilevante – ricorda infatti il prefetto – è quella compresa tra i 14 e i 17 anni di età: parliamo di adolescenti, per lo più maschi, con una certa autonomia. Di ragazzi identificati solo con il nome al momento dell’arrivo, che magari arrivano con già in tasca numeri telefonici e indirizzi di parenti e amici e per i quali l’Italia è solo la tappa di un cammino che ha per destinazione finale altri Paesi, perlopiù Paesi del nord Europa”.