Cronache
Murgia: "Ora posso andare dottore". L'ultima telefonata e il patto col medico
Fabio Calabrò: "Le ho garantito la libertà fino all’ultimo giorno"
Murgia e quel patto con il suo dottore. "Mi chiese soltanto una cosa: mi dica quanto mi resta"
Sulla morte di Michela Murgia emergono nuovi dettagli e a raccontare quegli ultimi drammatici momenti della scrittrice è la persona che fisicamente è stata più vicina a Murgia, il suo medico curante. Fabio Calabrò, direttore di oncologia medica all’istituto nazionale dei tumori del Regina Elena di Roma. Il dottore ripercorre i primi momenti in cui aveva dovuto comunicare a Murgia del tumore ai reni al quarto stadio. In quell’occasione con la scrittrice c’era Alesandro Giammei, il suo "figlio d’anima". "Io - spiega Calabrò a Repubblica - tentavo di edulcorare la situazione, non me la sentivo in quel momento di essere diretto. Lei però capì e mi chiese soltanto una cosa: quanto mi resta? Poi aggiunse: “Dottore, io voglio continuare a fare la mia vita".
"Se devo sottopormi a una terapia che mi piega in due e mi rende incapace di lavorare, di scrivere, ci salutiamo qui. In quella fase - prosegue il racconto del dottore a Repubblica - non era necessario fare chemioterapia, ci lasciammo con un sorriso e un patto". L’accordo stretto tra il medico e Murgia prevedeva che "sarebbe stata libera di rinunciare alla cura nel momento in cui le medicine le avrebbero impedito di essere quella che era sempre stata".