Cronache

Niente cappuccino dopo le 12? Ecco perché va bene col salato e a tutte le ore

Di Redazione Cronache

La rivista "Gambero Rosso" svela come mai la bevanda più amata dai turisti può accompagnare tutti i pasti

"Niente cappuccino dopo mezzogiorno"? Ecco perchè è ottimo a tutte le ore e con il salato

“Scusi, posso avere un cappuccino?”. Quante volte, entrando in un bar per fare colazione, abbiamo pronunciato questa frase. Il cappuccino, in effetti, è una delle bevande più gettonate dagli italiani per il primo pasto della giornata. Lo stesso non vale per i turisti, che amano accompagnare ciò che mangiano, salato o dolce che sia, a qualsiasi orario, con il famoso “caffè e latte montato”.

Ecco che allora la creatrice della pagina Instagram “Rome Italy Travel” ha pensato bene di lanciare un appello ai visitatori del Bel Paese: “Per favore, niente cappuccino dopo mezzogiorno”, facendosi immortalare con tanto di fotografia con Fontana di Trevi sullo sfondo e scritta ben in vista tra le mani.

Il cartello "No cappuccino dopo mezzogiorno"Il cartello "No cappuccino dopo mezzogiorno"
 

Sembra, però, che sul cappuccino non ci sia una vera e propria regola che impone di berlo solo a colazione, e con qualcosa di dolce. La Rivista "Gambero Rosso" scrive che “ognuno ha la libertà di fare quel che gli pare, sempre se non lede la libertà altrui, e che pure noi italiani ogni tanto profaniamo le cucine degli altri (vedi ad esempio l'inondare di salsa di soia il sushi)”, per poi aggiungere: “L'abbinamento cappuccino e salato è uno dei capisaldi della colazione ligure. Cappuccino e focaccia vi dice niente? Dunque, perché non dovremmo servire un cappuccino al turista che sta mangiando la regina indiscussa di Roma, la pizza bianca?” Insomma, anche la rivista gourmet per antonomasia spezza una lancia in favore di una tra le trasgressioni turistiche più sotto accusa.

Tanto che il Gambero sottolinea: “Sempre rimanendo nei toni scherzosi, quando abbiamo letto quel cartello il pensiero è andato subito alle versioni del cappuccino degli chef (deformazione professionale), in primis l'intramontabile Cappuccino di seppie al nero di Massimiliano Alajmo, entrato in carta a Le Calandre nel 1997 e praticamente mai uscito dal menu, oggi proposto nella degustazione dedicata ai classici, da scegliere in alternativa al vegetariano Cappuccino Murrina. Cappuccino che si è trasformato in quello della Laguna nel ristorante Quadri, cambiando di volta in volta in base all'arrivo del pesce al mercato di Rialto. Sempre da mangiare pescando in fondo con il cucchiaio”. Ma altro cappuccino famosissimo è quello di Massimo Bottura, chef dell’Osteria Francescana Modena tra i più gettonati e in vista in Italia e all’estero, basato su “una zuppa cremosa di cipolle e patate servita in tazza, con sopra uno schizzo di aceto balsamico tradizionale”.