Cronache
Non solo Emanuela Orlandi, Laura Sgrò: rivelazioni sul "Sangue in Vaticano"
L'avvocata della famiglia Orlandi presenta il suo libro con Luciano Garofalo e Gianluigi Nuzzi
Laura Sgrò lotta per far luce sui lati oscuri del Vaticano
Laura Sgrò, coraggiosa avvocata della famiglia Orlandi, continua a battersi per la verità sui misteri del Vaticano. Al centro c'è ovviamente la scomparsa di Emanuela, sulla quale fin dal 1983 il fratello Pietro non ha mollato di un centimetro e continua a cercare risposte. Ma nel piccolo quanto nebuloso Stato Pontificio ci sono tante altre storie sulle quale fare chiarezza, come i decessi di Cédric Tornay, di Alois Estermann e di sua moglie Gladys Meza Romero, avvenuti nel 1998. E chissà che alla fine le varie tessere del puzzle non compongano un'immagine coerente, da guardare tutta insieme per comprenderne il senso. Laura Sgrò ne ha parlato alla libreria Rizzoli Galleria di Milano, insieme all'ex Comandante dei RIS Luciano Garofano e al giornalista d'inchiesta Gianluigi Nuzzi, durante la presentazione del suo libro “Sangue in Vaticano. Le inquietanti verità sulla strage nella Guardia Svizzera” (Rizzoli, 304 pag., 17,10 euro).
I morti nella Guardia Svizzera: un caso chiuso troppo in fretta
Il 4 maggio 1998 nei palazzi del Vaticano il vicecaporale della Guardia Svizzera Cédric Tornay, il comandante Alois Estermann e sua moglie Gladys Meza Romero vengono trovati senza vita. Appena poche ore dopo, il portavoce vaticano Joaquin Navarro-Valls, comunica alla stampa la ricostruzione dei fatti: con “certezza morale” sostiene che il giovane Cédric abbia ucciso i coniugi e poi si sia suicidato. Caso chiuso? Non per Laura Sgrò.
Tutti i dubbi sulla morte di Cédric Tornay
Nel 2019 Muguette Baudat, madre di Cédric, chiede l'aiuto della tenace Laura Sgrò per fare chiarezza su quanto capitato al figlio, visto che la versione ufficiale non la convince. Inizia così una battaglia giudiziaria per riaprire l'indagine sulla base di nuove prove, testimonianze inedite e consulenze che ribaltano la verità ufficiale di una vicenda ben più complessa: man mano che si indaga, le domande non diminuiscono, ma, al contrario, aumentano. La lettera di addio di Cédric è stata scritta davvero di suo pugno? Perché le analisi del luogo del delitto non sono state più accurate? Come mai è stata conservata solo una manciata di fotografie della scena del crimine? E, soprattutto, perché il fascicolo è stato tenuto nascosto nonostante non fosse coperto dal segreto pontificio?
C'è un legame tra Cedric Tornay e Emanuela Orlandi?
La morte di Cédric potrebbe persino avere un legame diretto con il caso di Emanuela Orlandi, come ha spiegato il fratello Pietro in questa intervista ad affaritaliani.it: “C'è una serie di motivi che me lo fanno pensare. Ne era convinto il giudice Ferdinando Imposimato, che all'epoca conoscevo bene, e lo è anche la mia avvocata Laura Sgrò: entrambi hanno scritto dei libri sulla vicenda. C'era una voce insistente sul fatto che avessero rubato dei documenti dalla sua cassaforte. Inoltre, c'era stato un incontro con Antonio Arconte, personaggio legato a Gladio, al quale Estermann aveva confidato di avere paura e di volersene andare dal Vaticano negli Stati Uniti. Si diedero appuntamento in Corsica per partire da lì, ma Estermann non si presentò e Arconte solo dai giornali scoprì cosa era successo e chi era Estermann. E poi c'è una “coincidenza” che mi ha colpito moltissimo: le prime due persone che sono entrate a fare un'ispezione a casa di Estermann, dopo la sua morte, sono stati il Cardinale Re e il gendarme Raul Bonarelli, entrambi legati alla vicenda di Emanuela”.