Cronache
Notre Dame brucia nel "regno laico" di Macron
L'incendio "previsto" da Victor Hugo
Emmanuel Macron, Presidente della Francia deve delle spiegazioni per l’incendio della cattedrale di Parigi, Notre Dame.
Non le deve solo alla Francia, ma all’Europa e al mondo intero.
Notre Dame, la cattedrale cattolica di Parigi, il simbolo stesso della sua cristianità, ebbe una gestazione difficile e ci si mise quasi centro anni a completarla nel 1250, ma da quella data ha rappresentato qualcosa nell’immaginario collettivo non solo francese.
Il suo gotico frutto di Jean de Chelles ha incantato il mondo; le sue statue mostruose slanciate verso il cielo hanno inorgoglito l’ingegno umano e hanno rappresentato visivamente misteri di pietra che hanno ispirato artisti e scrittori.
Il grande Victor Hugo, nel suo romanzo “Notre Dame de Paris” (1831), aveva descritto magistralmente la vicenda del deforme Quasimodo, il gobbo di Notre Dame e della bellissima zingara gitana Esmeralda e incredibilmente, per una strana coincidenza del destino, ne aveva descritto il rogo:
“Tutti gli occhi si erano alzati verso il sommo della chiesa ciò che vedevano era straordinario. In cima alla galleria più elevata, più in alto del rosone centrale, c'era una grande fiamma che montava tra i due campanili, con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo».
Ed ancora in un altro suggestivo passo:
“Sotto quella fiamma, sotto la cupola balaustrata in tagliata a trifogli di brace, due grondaie fatti a fauci di mostri vomitavano senza posa quella pioggia ardente il cui argenteo scroscio risaltava nell'ombra della facciata inferiore”.
Nostra Signora è dunque un luogo dell’umanità e l’incendio che l’ha distrutta grida vendetta e forse non è un caso che questo terribile evento sia avvenuto nella Francia pasticciona e furbastra di Emmanuel Macron, proprio nella settimana di Pasqua.
La causa dell’incendio non è nota: forse accidentale visto che erano in corso dei lavori o forse no, visto che la Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per incendio colposo e già si fa strada il sospetto terrorista.
Sta di fatto che questa Francia che provoca guerre in Libia e che brucia i suoi simboli è inquietante, mette una sorta di ansia sottile, come se l’evento parigino fosse un segnale, un simbolo dell’incombente fine dell’Occidente in mano a regnanti politici fintamente democratici.
C’era qualcosa di magico e terrificante in quelle immagini della cattedrale che bruciava nel tramonto freddo di primavera.
C’era qualcosa di terribile nella guglia gotica che veniva giù nel terzo millennio dopo secoli e secoli di resistenza.
Giovanotti impreparati, ma arroganti più di Luigi XVI, il simbolo stesso del potere ottuso e parassitario contro cui si scagliò la Rivoluzione del 1789.
Macron non è certo direttamente responsabile di quanto è accaduto però quanto è accaduto è avvenuto durante il suo “regno laico” e di questo non si può non fare menzione.