Cronache

Omicidio Brindisi, interrogatorio col gip: Cosimo Calò resta in carcere

di Fabiana Agnello

“Tanto non vado in carcere perché ho più di ottant’anni”, aveva dichiarato il killer pugliese circa 7 mesi prima di uccidere il fratello e la cognata

Duplice omicidio Brindisi, l'assassino Cosimo Calò resta in carcere

L’84enne Cosimo Calò resta in carcere: ha risposto a tutte le domande del gip Wilma Gilli confermando quanto dichiarato durante la confessione resa agli investigatori il giorno prima. Il giudice, quindi, ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il presunto killer del duplice omicidio del fratello Tonino Calò e della cognata Caterina Martucci, avvenuto la sera del 28 febbraio a Serranova, borgata di Carovigno.

In via Appia, dove nella mattinata di oggi si è svolto l’interrogatorio, Cosimo Calò ha pianto fin dal primo momento, ossia da quando la mattina successiva all’arresto, il 9 marzo, ha incontrato il proprio avvocato Carmela Roma. Ha pianto tutta la notte e ha avuto gli occhi rossi e gonfi quando è stato sottoposto alle visite mediche, quando ha incontrato il cappellano del carcere e all’appuntamento con la psicologa. Ma le sue, sono state lacrime di pentimento o di rimorso perché non è riuscito a portare a termine la mattanza con l’eliminazione anche del fratello Carmelo?

“Tanto non vado in carcere perché ho più di ottant’anni” ha detto ai fratelli circa sette mesi prima durante una accesa discussione in cui li ha minacciati di morte. Ma Cosimo Calò non aveva fatto i conti con la giustizia, quella che ha rinchiuso fino alla fine dei suoi giorni il boss Totò Riina nonostante l’età avanzata.

Cosimo Calò resta in carcere perché c’è il pericolo della reiterazione del reato e della fuga, quella che hanno cercato di organizzare il figlio Vincenzo e la madre la mattina dell’8 marzo, prima che Cosimo Calò crollasse davanti alle evidenze investigative del Nor della compagnia di San Vito dei Normanni e confessasse il duplice omicidio. Nonché l’intenzione di ammazzare anche il fratello Carmelo, che in Tonino aveva il proprio uomo di fiducia cui intestava tutto. Intenzione dichiarata anche durante l’interrogatorio col gip.

Che la sua sia stata una mattanza programmata addirittura sette mesi prima, quando nell’agosto 2022 gli hanno rilasciato il porto d’armi alla tenera età di 83 anni, con un certificato medico? Non ha retto la sua dichiarazione di una esplosa passione e interesse per lo sport della caccia. Anche perché, il fucile Breda che avrebbe imbracciato nella sera del 28 febbraio lo ha acquistato solo dieci giorni prima del duplice delitto.

Come non ha retto, fin dal primo momento, una serie di alibi troppo debole per un movente troppo forte, tutta smontata dalle prove in mano agli investigatori che non hanno lasciato via di fuga alle sue teorie.