Cronache
Omicidio Cerciello, suocero sviene durante l’udienza
Andrea Varriale, collega di Cerciello, racconta in aula i momenti dell'aggressione. Udienza sospesa dopo lo svenimento del suocero
OMICIDIO CERCIELLO, SUOCERO SVIENE IN AULA DURANTE UDIENZA
Momenti di apprensione nell'aula Occorsio del Tribunale di Roma al processo per l'omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega. Mentre veniva fatta ascoltare in udienza la telefonata ai soccorsi fatta la notte dell'omicidio, il 26 luglio scorso, dal collega Andrea Varriale, il suocero di Cerciello è stato colto da un malore ed è caduto in terra. I giudici della prima corte d'assise hanno sospeso l'udienza e ed è dovuto intervenire il medico.
OMICIDIO CERCIELLO, COLLEGA CC: 'DICEMMO CHE ERAVAMO CARABINIERI E MOSTRAMMO TESSERINO'
''Mario era in piedi, barcollava, ha detto 'mi hanno accoltellato' e ho visto che perdeva sangue a fiotti dal costato, poi è caduto in terra. Ho lasciato che i due americani fuggissero via e sono andato da Cerciello per cercare di bloccare il sangue con la mia maglietta''. Lo ha detto in aula Andrea Varriale, sentito oggi come testimone al processo per la morte del collega, Mario Cerciello Rega, ucciso il 26 luglio scorso a Roma. Varriale ha riferito i momenti dell'aggressione con i due americani accusati dell'omicidio, Finnegan Elder e Natale Hjorth. ''Abbiamo fatto quello che facciamo sempre, ci siamo avvicinati frontalmente ai due, abbiamo mostrato i tesserini, ci siamo qualificati, dicendo che eravamo carabinieri - ha spiegato Varriale - Loro non avevano nulla in mano. Noi volevamo soltanto identificare due persone. I due ci hanno immediatamente aggrediti. Io sono stato preso al petto da Natale e ci siamo rotolati in terra. Allo stesso tempo sentivo Cerciello che urlava 'fermati Carabinieri', aveva una tono di voce provato''.
OMICIDIO CERCIELLO, COLLEGA IN AULA: 'SENZA PISTOLA PER PRATICITA''
''Dovevamo avere la pistola ma per praticità e per poterci mimetizzare fra la gente l'arma è più un problema, non mi è mai capitato di doverla usare nel servizi nella zona della movida''. Lo ha detto in aula Andrea Varriale, il carabiniere di pattuglia con il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso la notte del 26 luglio scorso. Rispondendo alle domande del pm Maria Sabina Calabretta, Varriale ha spiegato il motivo per cui i due militari non avevano l'arma d'ordinanza. ''La Beretta pesa oltre un chilo ed è lunga 25 centimetri. Io ero vestito con una polo - ha aggiunto Varriale - dei jeans e le scarpe da ginnastica. Il nostro obiettivo, quando facciamo quel tipo di servizio, è confonderci tra la gente e mimetizzarsi. La zona di competenza era quella che va da Ponte Sisto, Campo de Fiori e piazza Trilussa, il turno era dalla mezzanotte alle sei di mattina. Giravamo a piedi perché il controllo contro lo spaccio non si può fare in auto''. Durante la testimonianza di Varriale, alcuni familiari di Cerciello non sono riusciti a trattenere le lacrime e il suocero, dopo aver avuto un malore, è stato trasportato in ambulanza in ospedale. L'udienza è stata quindi interrotta e aggiornata.