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Omicidio Liliana Resinovich, parla la vicina: "Era dominata dalla personalità del marito Visintin"
Le ultime novità sul caso verranno presentate nella puntata di Chi l'ha visto?

Omicidio Liliana Resinovich, la vicina: "Era dominata dal carattere del marito. Chi parla di suicidio non è in buona fede"
Sono passati più di tre anni da quando il corpo di Liliana Resinovich è stato ritrovato nel parco dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, in provincia di Trieste. Inizialmente si era pensato al suicidio ma successivamente, come avevano sempre dichiarato i familiari, si è scoperto che la donna è morta per un'aggressione.
Gabriella Micheli, vicina di casa di Liliana, in una intervista a Pomeriggio Cinque ha ribadito la tesi dell'omicidio: "Vederla in quei sacchi non è qualcosa che possa reggere, non è possibile parlare di suicidio. Questo è un suicidio ‘taroccato’, come lo chiamo io".
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Gabriella è convinta che Liliana non avrebbe mai potuto entrare di sua volontà nel boschetto in cui è stata ritrovata ma che sarebbe invece stata costretta. La donna lancia quindi una velata accusa a Sebastiano Visintin, marito della 63enne morta per soffocamento. La vicina afferma che i due non discutevano mai in quanto Liliana era dominata dalla personalità del compagno: "Lei gli diceva sempre di sì, non c'era motivo di litigare con Liliana".
"Chi continua a parlare di suicidio o non ha le competenze tecniche o non è in buona fede”, conclude Gabriella.