Cronache
Scagni, "ridimensionata la posizione della parte civile". Beffa per i genitori
Caso Scagni, su Affari la denuncia di Fabio Anselmo, avvocato dei genitori di Alice, la ragazza uccisa a Genova dal fratello
Si parla di oltre 60 telefonate fatte dai genitori di Alberto al centro di salute mentale, e rimaste inascoltate…
Su questo processo continua sicuramente ad aleggiare l’ombra del mancato intervento dei servizi di emergenza e dei centri di salute mentale, ed è stato aperto un procedimento bis. I genitori si sono rivolti disperatamente al centro di salute mentale, ai numeri di emergenza per oltre 63 volte. Sono riusciti a parlare, e avevano anche avuto un incontro con una dottoressa, che sarà uno dei teste per la pubblica accusa, e che a noi invece è stato negato. Scagni è stato molte ore davanti a casa di Alice, si era appostato sotto casa della sorella, aspettando che scendesse a portare fuori il cane. Nessuno è intervenuto.
Che cosa avrebbero dovuto fare i genitori, secondo i numeri di emergenza, secondo le istituzioni?
È una domanda che ci poniamo noi. Cosa avrebbero dovuto fare? Uccidere loro Scagni? Farsi uccidere loro? Nell’ordinanza c’è un altro passaggio, in cui si chiede alle parti civili, nel caso di imputato non capace, di indirizzare l’azione di responsabilità civile nei confronti di chi aveva la custodia di Alberto. E chi è che aveva la custodia di Scagni? Dovremmo fare causa ai genitori stessi che si sono costituiti parte civile? E ancora: come la custodia di Scagni può avere un obbligo di garanzia tale da ucciderlo o esporre la propria vita a rischio di morte? Sono domande legittime che i genitori si pongono.