Cronache

Paolo Mieli: "Firma contro Calabresi? Mi vergogno per quello che ho fatto"

Paolo Mieli, ospite a PiazzaPulita, riconosce di aver sbagliato a firmare l'appello su L'Espresso per la destituzione di Luigi Calabresi

Paolo Mieli, giornalista e saggista italiano, è stato ospite a PiazzaPulita per discutere del caso degli ex terroristi rossi arrestati in Francia. Nel 1971 Mieli firmò l'appello su L'Espresso per la destituzione di Luigi Calabresi assieme ad altri rinomati personaggi tra cui Umberto Eco, Eugenio Scalfari e Norberto Bobbio Si tratta di una delle pagine più vergognose della recente storia italiana. Calabresi venne infatti reputato il maggiore responsabile per quella morte e venne ucciso da un commando rosso il 17 maggio 1972.

Alla domanda del conduttore Formigli "Perché lo ha fatto? E cosa ha pensato anni dopo di questo", Mieli risponde in modo irreprensibile: "So che fa strano dirlo, ma in quegli anni pensavamo davvero che ci fosse la mano della Stato ovunque, anche se i conti in certi casi non tornano neppure ora. Le stragi, pensavamo che Pinelli fu scaraventato giù dalla finestra, c'era un clima da vigilia di colpo di Stato". 

"Anni dopo - ha continuato - ho fatto più di autocritica.  Io mi vergogno, non provo a rivendicare quanto accaduto: facemmo un errore. Erano gli anni di Pasolini: io so chi è stato, non ne ho le prove ma lo so. Non voglio paragonarmi a Pasolini. Da quella volta, però, mi sono dato un comandamento: prima di dire io so ma non ho le prove, devi riflettere. Se sei un intellettuale o un giornalista serio, prima le cerchi quelle prove".