Papa Francesco dice che la "verità è silenziosa".Ma occorre invece spiegare
Papa Francesco deve rispondere alle accuse di Mons. Viganò
Il Papa ieri ha pronunciato una frase molto bella e significativa che è andata a segno. Ha detto, riferendosi al caso della lettera di Monsignor Viganò sulla presunta copertura pedofila del Vaticano che, “La verità è mite, la verità è silenziosa”.
Una frase ricca di incantesimo, sulle orme del Concilio Vaticano II e di Papa Giovanni XXIII.
E Papa Francesco ha cercato nel suo pontificato di imitare il “Papa Buono”, ma appunto una cosa è l’originale e una cosa è l’imitazione. Infatti le molte contraddizioni pastorali di Francesco emergono facilmente, ad esempio nel caso dei figli gay: poco prima aveva detto che il figlio omosessuale deve essere accolto con amore in famiglia e un’ora dopo in aereo, di ritorno dall’Irlanda, ha smentito tutto dicendo che occorre nel caso il ricorso allo psichiatra. E così potrebbe essere per la pedofilia, malanno endemico nella Chiesa Cattolica o per gli scandali finanziari.
Dunque, al di là della bellezza della frase pronunciata ieri, è necessario che la “verità non sia silenziosa” e che si difenda dalle accuse. Proprio il Concilio ha insegnato ai cattolici che l’ ex cathedra non vale più e che la condizione ecclesiastica non può più costituire un passaporto per violare la legge o avere una sorta di immunità.
Non basta più vestire abiti vecchi di millenni, abiti ricchi di saggezza ma anche di furbizia, abiti che hanno aiutato, ma anche prevaricato. Se Papa Francesco vuole passare alla storia, come il suo illustre predecessore, deve quindi calarsi nel secolo e spiegare argomentando. Solo così si potranno dissipare i tanti sospetti e l’immagine negativa che la Chiesa Cattolica ha spesso dato di sé, insieme naturalmente anche a quello che di buono ha fatto e continua a fare.
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