Cronache
Pasta antifascista, da simbolo di caduta del regime a caso politico. Il punto
Succede a Rosà, nel vicentino, dove la sindaca non ha concesso l'autorizzazione all'evento. Ma il Pd, e il Movimento Italia Sociale, insorgono. Cosa è successo
A tutto questo ha poi seguito un altro gesto discutibile: questa mattina a Vicenza fuori dal centro culturale Porto Burci è comparso uno striscione che recitava: "Se manca olio, lo portiamo noi". Lo striscione era firmato MIS, Movimento Italia Sociale, che fa il verso al partito di Almirante con cui condivide lo stesso simbolo, cioè la fiamma tricolore, mai tolta nemmeno dall’attuale partito di governo (Fratelli d’Italia). Il riferimento del MIS è chiaramente all’olio di ricino, un lassativo vegetale usato anche per la cura dei capelli. Durante il fascismo esso veniva usato dalle camicie nere per "purgare" i sovversivi, cioè umiliare pubblicamente chi osava ribellarsi al regime.
"Al di là dell’ironia oggi, come il 25 aprile scorso, ribadiamo che Vicenza è una città antifascista e che pretende il ripristino immediato della clausola" - è la risposta del Porto Burci in un post Facebook -. "Non ci faremo rovinare la serata, oggi festeggiamo l’arresto di Mussolini e la memoria dei fratelli Cervi. L’olio di ricino che vorrebbero portarci questɜ signorɜ è quello che veniva usato durante il ventennio per punire e torturare gli oppositori del regime. Metodi violenti esercitati da persone violente e ottuse che si nascondono dietro un’italianità vecchia, antistorica, machista e patriarcale".