Cronache
Giustizia penale allo sbando, fanno bene gli avvocati a scioperare
L'obbligatorietà del processo penale telematico lede i diritti di difesa
Secondo punto, la vicenda “Palamara”. L’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati nel suo libro “Il Sistema” ha evidenziato, tra le molteplici nefandezze dell’apparato giudiziario, gli intrecci illeciti tra una parte minoritaria ma ben organizzata della magistratura e una specifica fazione politica, quella di una certa sinistra. Nomine concordate a danni di altri, scambi di favori, attacchi spregiudicati e in assenza di reati ai leader del centrodestra, sentenze pilotate e così via. L’avvocatura lamenta, nonostante le dichiarazioni di Palamara che finora non sono state smentite da nessuno, che non si proceda ad una seria e complessiva riforma della magistratura, mettendo mani soprattutto al sistema di elezione del Csm (noi preferiremmo quello del sorteggio) e alla separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante. Ci sarebbe anche la necessità di reintrodurre l’immunità parlamentare come era stata formulata in Costituzione nel 1946-47, ma già le prime due riforme sarebbero sufficienti a fermare lo strapotere di un ordine che si occupa più di politica che di giustizia.
Terzo punto, il processo penale telematico. Il decreto-legge n. 137/2020 (art. 24), convertito in legge n. 176/2020, per l’intero periodo in cui vige lo stato di emergenza ha previsto a carico degli avvocati l’obbligatorietà del deposito telematico – esclusivamente tramite il portale del ministero della giustizia - della memoria di cui all’art. 415 bis comma 3 c.p.p. (memoria difensiva successiva alla chiusura delle indagini preliminari) e dei documenti allegati alla memoria. Successivamente, con decreto ministeriale del 13 gennaio 2021, sempre Bonafede ha introdotto l’obbligo di depositare per via telematica – attraverso il solito portale del ministero – anche la procura, l’atto di opposizione all’archiviazione di cui all’art. 410 c.p.p. e gli atti di denuncia/querela. Fatto sta che, trascorsi due mesi dall’entrata in vigore di questa ultima obbligatorietà, il portale ministeriale del processo penale telematico funziona malissimo, con la conseguenza che parecchi cittadini si sono trovati nelle condizioni di non poter esercitare a pieno il loro diritto di difesa, che per l’art. 24 della Costituzione è inviolabile. Senza parlare del sistema delle Pec.