Cronache
Giustizia penale allo sbando, fanno bene gli avvocati a scioperare
L'obbligatorietà del processo penale telematico lede i diritti di difesa
Dopo l’entrata in vigore del decreto-legge n. 137/2020 e della legge di conversione, il ministero ha diramato un elenco ufficiale di caselle Pec dove è possibile depositare gli atti del processo penale in corso di emergenza epidemiologica: non solo l’elenco non specifica con esattezza i nominativi esatti degli uffici giudiziari, ma addirittura ogni singolo tribunale si è arrogato il diritto di diramare sui propri siti istituzionali indirizzi diversi o sostitutivi rispetto a quelli del ministero. Conseguenza: l’inammissibilità del deposito di parecchi atti, tra cui quelli fondamentali come le liste testimoniali e le impugnazioni. Un disordine indegno per uno stato democratico. Occorre agire al più presto introducendo il doppio binario, telematico e cartaceo, lasciando al difensore la più ampia libertà di scelta.
Già lo stato di diritto è stato sostituito da quello terapeutico, che di fatto ha cancellato le libertà fondamentali. Se poi anche la giustizia penale viene sacrificata in questo modo, allora meglio fare a meno pure degli avvocati. A che serve ormai la difesa se all’imputato vengono negati i diritti della immediatezza e della oralità del processo penale?