Cronache
Psichiatra aggredita a Napoli, è emergenza: "Non sono pazzi, ma criminali"
Dopo l’ennesimo episodio di violenza, previsto a Roma un vertice con le istituzioni di tutti i Dipartimenti di Salute Mentale d’Italia
Psichiatra aggredita a Napoli, a Roma un tavolo tecnico per affrontare l'emergenza
Gli stessi Dipartimenti di Salute mentale, peraltro, denunciano di essere allo stremo: "La presa in carico di un paziente grave necessita di continuità, prossimità e di un’équipe multidisciplinare che nessun privato può o vuole offrire. Ma le risorse di personale sono ben lontane dagli standard di AGENAS recentemente pubblicati e il finanziamento dei DSM è molto al di sotto della quota del 5% del FSN indicata dai Presidenti delle Regioni nel 2001”, sottolinea Giuseppe Ducci, Direttore DSM ASL Roma 1. "È urgente cambiare il codice penale, per la drastica riduzione della non imputabilità e per riportare i servizi per la salute mentale ai compiti di prevenzione, cura e riabilitazione, lasciando alla giustizia i compiti di custodia".
“Occorre una forte integrazione con l’area di dipendenze e la continuità con la neuropsichiatria infantile” aggiunge Michele Sanza, Direttore del Dipartimento di Salute mentale e dipendenze patologiche di Forlì-Cesena a nome del board di 100 dipartimenti di Salute mentale italiani. I nuovi bisogni sono caratterizzati da frequentissime comorbilità tra disturbi psichici e uso di sostanze. Quadri clinici ove prevalgono la disregolazione emotiva e l’impulsività. È necessario sviluppare strategie di prevenzione in collaborazione con le Scuole e intercettare precocemente i disturbi”.
“La questione della violenza nelle sindromi psichiatriche – continua Sanza - deve essere trattata con equilibrio. Le persone affette da disturbi psichici sono più spesso vittima che non autori di reati. I reati subiti dai pazienti psichiatrici sono quattro volte più numerosi quelli da loro commessi. Parte significativa di quei reati che nel nostro ordinamento giuridico, creano il presupposto della non imputabilità, parziale o totale, sono stati piuttosto commessi da persone alle quali è stato al massimo riconosciuto una diagnosi di “disturbo antisociale di personalità”. È ora di disconoscere questa sindrome come sindrome psichiatrica e di restituirle il suo contenuto più appropriato di specifico profilo criminale per il quale non sussistono presidi medici idonei né di tipo farmacologico e né di tipo psicoterapeutico”.