Cronache

Psichiatra aggredita morta, la colpa? La legge Basaglia che chiuse i manicomi

Di Giuseppe Vatinno

Ben venga quindi la proposta del deputato leghista Edoardo Ziello di riaprirli per fermare una strage ormai fuori controllo...

Uno dei danni più duraturi che la sinistra ha apportato alla società italiana è stata la cosiddetta "legge Basaglia" e cioè la legge 180 del 1978, che prevedeva la chiusura dei manicomi. Franco Basaglia è stato uno psichiatra veneziano, operante a Gorizia, fondatore di Psichiatria Democratica (già il nome è un obbrobrio ed un programma ideologico). Purtroppo Basaglia inquinò la medicina con la filosofia e specificatamente l'esistenzialismo sartriano di stampo comunista. Inquinò il positivismo medico con concetti ambigui e pericolosi in campo psichiatrico cercando un approccio umano con il "matto" generando però una serie di guai di cui vediamo quotidianamente ancora gli effetti. Basaglia voleva fare diversamente dall’approccio tradizionale, fare in un altro modo.

Ma cosa significa "fare diversamente" e quale è esattamente l'"altro modo"? Fare diversamente significava per Basaglia un approccio umano al malato e chi potrebbe essere contrario? Il punto è che poi quando il matto diventa furioso è pericoloso per sé e per gli altri hai voglia a parlargli di Sartre e Marcuse, quello prende la mira e spacca tutto quello che trova e allora devi andarci giù di psicofarmaci e TSO con buona pace di Marcuse, Sartre, Marx e Gramsci. 

In un Paese come l'Italia il legislatore doveva prevedere quello che sarebbe successo e cioè che la legge sarebbe poi stata utilizzata sì per chiudere i manicomi ma poi avrebbe scaricato tutto un insostenibile peso sulle famiglie che non possono reggere da sole il gravame della malattia mentale grave (e i relativi costi, tra l’altro). 

A tal proposito non possiamo non citare Vittorino Andreoli che qualche tempo fa ha dato una intervista al Corriere della Sera in cui si vantava di non aver mai legato “un matto” in 50 anni di professione.

Lui è stato fortunato, la dottoressa Capovani purtroppo no.

Dietro alla antipsichiatria c’è tutto un mondo che vuole abolire il TSO, il Trattamento Sanitario Obbligatorio, perché lederebbe i diritti civili. Nel “mondo alla rovescia” in cui viviamo si stanno sovvertendo tutti i valori, si nega la malattia mentale perché è “la società ad essere malata”, si nega che esistano i “matti” ma si tratterebbe solo di “diversamente pensanti”.

No, non è così. Basta lo ripetiamo, andare sui social per assistere ad un florilegio di intemperanze e violenza. Se uno si permette di avere dei dubbi sulla sorte dell’orsa è un pazzo criminale e delinquente e partono le minacce. Se uno parla bene di un vaccino idem. Ed allora ben venga la proposta del deputato leghista Edoardo Ziello di riaprirli i manicomi per fermare una strage ormai fuori controllo. Purtroppo non ci ridarà la dottoressa Capovani ma eviterà che ce ne siano altre.