Cronache
Reddito di cittadinanza, scovati i furbetti: un arresto e oltre 900 indagati
Un Caf di Cosenza acquisiva documenti di identità di persone residenti all’estero, al fine di avviare numerose pratiche relative al Rdc
Reddito di cittadinanza, truffa milionaria a Cosenza: un arresto e oltre 900 gli indagati. Coinvolto un Caf
Una "fabbrica" di Redditi di cittadinanza, attiva nel pieno centro di Cosenza e gestita all'interno di un Caf (Centro di assistenza fiscale). E il cui titolare è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, mentre al consulente è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip della città bruzia. Le accuse sono truffa ai danni dello stato. Novecento sono invece le persone indagate per indebita percezione del sussidio, utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento, abusiva attività finanziaria e riciclaggio.
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Il lavoro investigativo svolto dagli investigatori del colonello Giuseppe Dell'Anna è stato avviato a seguito di intensa attività di analisi di dati economici - corroborata da indagini tecniche, accertamenti documentali e bancari, attività di osservazione e perquisizione - che hanno consentito di ricostruire uno strutturato contesto illecito finalizzato all’indebita percezione di Reddito di Cittadinanza e di altri sussidi.
Le investigazioni hanno permesso alle Fiamme Gialle bruzie di accertare che il Centro di Assistenza Fiscale con modalità massive, acquisiva documenti di identità di persone residenti all’estero, al fine di avviare numerose pratiche relative al RDC (Reddito di Cittadinanza), REM (Reddito di Emergenza) ed assegni familiari. Gli indagati, privi dei requisiti per l’ottenimento dei suddetti benefici, ricevevano il denaro, anche con l’utilizzo di servizi di money transfer, flussando al CAF parte della somma a titolo di corrispettivo per le attività svolte. In particolare, gli investigatori hanno riscontrato come il Centro di Assistenza Fiscale, nell'inoltrare le domande di sussidio, utilizzasse in alcuni casi residenze fittizie, al solo scopo di creare nuclei monofamiliari e con bassi valori di ISEE; ovvero riportasse più soggetti o nuclei familiari presso il medesimo indirizzo di residenza.
In altri casi, si procedeva all'indicazione di false utenze telefoniche, anche intestate a persone diverse dai richiedenti o a soggetti del tutto inesistenti nonché l'indicazione di modelli ISEE fittizi o viziati. Come rilevato dagli inquirenti, diversi documenti venivano reperiti presso l'abitazione, impiegata quale base logistica da uno dei referenti del CAF, direttamente all'estero per la successiva lavorazione delle pratiche in Italia. Ulteriormente, è stato individuato un ufficio postale nell'hinterland cosentino, impiegato per il materiale ritiro di alcune carte del RDC.
Le attività, sviluppate anche con l'ausilio del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza, hanno, inoltre, consentito l'individuazione di diversi soggetti economici insistenti nella Provincia di Cosenza presso i quali avveniva la monetizzazione dei flussi finanziari delle carte illegittimamente ottenute, come riscontrato per una ditta individuale, la quale fungeva da vero e proprio cash point con oltre € 500.000 di operazioni riscontrate. La dimensione della frode accertata dai militari ricomprende oltre 900 soggetti di origine comunitaria ed extracomunitaria, per un volume di importi indebitamente percepiti pari ad oltre € 3.000.000 dal 2019 al 2022. Tra questi, come accertato attraverso rogatoria internazionale, un soggetto di nazionalità rumena, familiare di uno degli indagati, sebbene percepisse il sussidio statale, risultava titolare di azienda agricola operativa in Romania, con un volume d'affari di oltre € 150.000.