Cronache

Regione Lazio aiuti alle ass.culturali. Un pasticcio: club privé, palestre...

di Antonio Amorosi

Cambi di graduatorie, fondi erogati e contestati, furbetti, associazioni culturali escluse. Da settimane una rete di Associazioni contesta la Regione. Il caso

Da settimane una rete di Associazioni culturali indipendenti laziali sta protestando contro il bando e le graduatorie della Regione Lazio di Nicola Zingaretti che ha erogato circa 6,8 milioni di aiuti alle associazioni culturali regionali.

Sono state più volte cambiate le graduatorie, corrette e ricorrette.

Dopo le proteste della “rete” emergono tantissime associazioni che non riceveranno aiuti, per esaurimento dei fondi, ma c’è chi i fondi li ha presi prima della graduatoria definitiva, la quarta di una serie. Nell’elenco troviamo anche ristoranti, entità politiche, palestre, addirittura un club privé. Così racconta il caso la consigliera Francesca De Vito del Movimento 5 Stelle: “Alla pubblicazione della relativa graduatoria, avvenuta ai primi di marzo, scorrendo l’elenco, erano presenti associazioni che svolgono attività che sembrano poco riconducibili alla cultura. Alcune avrebbero potuto essere facilmente escluse con la semplice analisi del loro statuto”. Il dramma è che anche durante la pandemia la maggioranza delle associazioni devono comunque continuare a pagare affitti e bollette e alcune stanno chiudendo. “Dopo 14 mesi di inattività”, spiegano quelli della ‘rete’ di protesta, “molte sono destinate a lasciare le proprie sedi storiche e il proprio impegno, spesso dopo venti, trent'anni di cultura e aggregazione sui territori, scavalcate dai ‘furbetti’ dei bandi che si occupano di sport, di birra, di politica, di religione e di sesso (attività contro le quali non si esprime nessun giudizio morale) che non essendo attività culturali non dovevano beneficiare dei ristori”.

Dello stesso avviso il consigliere regionale Davide Barillari: “L'ennesimo scandalo che investe la Regione Lazio. Dopo il mascherinagate e concorsopoli, nella bufera i ‘ristori’ di LazioCrea”.

Abbiamo chiesto cosa stia accadendo a Vincenzo Petrone, presidente della Mondrian Suite, uno dei fautori della protesta

 

Premetto che non ho mai chiesto finanziamenti pubblici in vita mia

Ok ma avete sollevato un problema sulle graduatorie?

Il primo problema è l'esistenza del bando sportello, un click day. Cioè chi prima arriva... alloggia. Il bando è un meccanismo di ristoro dedicato alle associazioni culturali che nel 2019 avessero fatto almeno 50 eventi culturali o artistici. Gli organizzatori dicono che è stato annunciato ma può essere stato annunciato come intento, non ci risulta essere stato indicato il giorno...

Quindi le associazioni partecipano per richiedere i fondi e come capita sempre alcune vengono escluse ed altre no, giusto?

Dovevi dimostrare di avere organizzato nel 2019 almeno 50 eventi di natura culturale. Io guardo la lista e mi rendo conto che ci sono delle anomalie, ci sono palestre, ristoranti, centri religiosi. Magari hanno lo statuto di associazione culturale ma non sono di fatto associazioni culturali. La cifra inizialmente era inferiore, 4 milioni di euro, poi la Regione, dopo le nostre prime proteste, ha aggiunto altri 2,8 milioni di euro. A quel punto anche anche un club privé prenderà i fondi. Molti di quelli che ho controllato c’è chi si dichiara "centro politico", "centro religioso", "ristorante", "palestra", non associazione culturale. Era facile capire che c’era qualcosa che non andava. Molti invece sono stati finanziati prima dell'ultima graduatoria. Siamo anche arrabbiati perché questo nostro è un lavoro di verifica che doveva fare LazioCrea, che è la società partecipata della Regione Lazio e che ha fatto il bando, non noi

Ma come si fa a distinguere un’associazione culturale vera da una che non lo è?

Veniva richiesto obbligatoriamente di indicare uno spazio web, al fine di capire se il soggetto esistesse e avesse realmente svolto delle attività. Abbiamo fatto più o meno un censimento e circa il 40% delle associazioni che hanno fatto domanda non appare su Internet e da nessun'altra parte. Doveva essere un bando ristori per le associazioni culturali. Quindi a nostro parere non bisognava chiedere cosa avessero fatto o meno nel 2019 ma verificare che fossero associazioni culturali. Ma circa il 40% non ha neanche uno spazio Web...

Essendo una situazione d’emergenza e dovendo aiutare tutti...

Si doveva vedere se erano ammissibili, facendosi mandare lo statuto dell'associazione, dove si trova scritto “associazione culturale”. Fine. Visto che sono aiuti, nel momento in cui sei certo che siano associazioni culturali, dai un po' di aiuti a tutti, permettendo un po' a tutti di recuperare delle spese. Si è invece seguito un metodo "casual" di cui noi abbiamo scovato le anomalie

Di che cifre parliamo per associazione?

Da 5.500 le associazioni senza sede a 9000 euro, le associazione con sede. Con il paradosso che tra l'ultima associazione che è arrivata in tempo utile per prendere i fondi, prendendo così 9000 euro, e la prima non classificata che non ha preso nulla sono passati pochi minuti di invio della domanda. Per pochi minuti magari quel soggetto oggi chiuderà l'attività

E che avete fatto a quel punto?

Abbiamo chiesto l'accesso agli atti, noi associazioni che abbiamo partecipato al bando, ma ci è stato addirittura negato

E con quale motivazione, scusi? A che titolo?

Un titolo bizzarro perché ci si risponde che le informazioni che noi chiediamo stanno tutte nella graduatoria. Ma l’accesso agli atti è un mio diritto. Voglio sapere se il ristorante X o la palestra Y ha fatto eventi e quali, visto che viene chiesto un numero di eventi. Ma è un pasticcio, guardi…

Perché dice così?

Perché per partecipare al bando inizialmente bastava solo un’autodichiarazione, definendosi associazione culturale. Sono arrivate le domande, 2079. Dagli enti si sono resi conto che probabilmente erano troppe. A quel punto gli enti hanno mandato una mail Pec in cui in sostanza dicono “poiché ci sono tante domande mandateci la prova di 50 eventi che avete fatto nel 2019”. E così viene cambiata la graduatoria. Ad oggi, dopo tanti cambiamenti, siamo alla quarta graduatoria che viene indicata come definitiva, con l'esclusione di più di 400 associazioni che non avrebbero titolo a ricevere aiuti. Ma queste in un primo tempo erano state considerate ammissibili. Sono state erogate somme anche senza la graduatoria definitiva. Ma come è possibile?

E...

In più ci si dice che prima dell'erogazione del bando sono state avvisate le associazioni di categoria. Aspetto che noi contestiamo perché chi non aderisce alle associazioni di categoria neanche sapeva della possibilità del bando. Una gran confusione...

Adesso che succede?

Dopo le nostre segnalazioni è stata ripubblicata la graduatoria e rifinanziato il bando. Le palestre, i centri politici non sono spariti ma sono state eliminate 400 associazioni. Qualcuno si deve assumere la responsabilità di questo casino

Voi avete una proposta per uscire da questa situazione?

Si, una cosa ragionevole. Se non sai come valutare se un ente è o meno un’associazione culturale dai un po' a tutte le associazioni culturali. Se fossero 2000 le ammissibili, senza aver fatto controlli, a ognuna spetterebbero circa 3400 euro di questi 6,8 milioni. Una cifra dignitosa. Se poi, come dovresti, fai i controlli per capire se sono associazioni culturali, escludi chi non ha titolo ed aumenti la somma. Così si permetterebbe a molte associazione che stanno morendo di avere una speranza.