Cronache

Regione Siciliana, tour operator sul piede di guerra: il settore non riparte

Eduardo Cagnazzi

Gli operatori accusano di disinteresse gli organi regionali. L'incoming è fermo, in fumo posti di lavoro e indotto, lontano il salvataggio dell'intero comparto

“E’ una vergogna. E, pertanto, non apriremo le attività. E’ inaccettabile il totale disinteresse del governo siciliano verso un settore che, con l'indotto, rappresenta uno dei motori dell’economia dell’isola, il turismo”. Così, senza mezzi termini, i tour operator incoming siciliani puntano l’indice contro una classe politica che continua a disinteressarsi del salvataggio di un comparto che, giorno dopo giorno, vede azzerare le possibilità di recupero. Lo fanno con un documento-appello a tutti gli operatori della filiera turistica con il quale sottolineano l’incertezza delle difficoltà di ripartenza del comparto. Difficoltà che si aggiungono a quelle per le scadenze delle spese fisse che dall’inizio del lockdown non hanno smesso di dissipare le sostanze degli operatori; una situazione che si traduce oggi nella protesta unanime dei tour operator dell’incoming, quelli che di fatto indirizzano i flussi di vacanzieri verso le destinazioni di maggiore interesse storiche, culturali e di svago dell’isola. Operatori che all’indomani dello scoppio del Covid-19 hanno formato un gruppo spontaneo decidendo di non riavviare le proprie attività fino a quando il governo non avrà concretamente risposto ad una serie di richieste già sottolineate agli organi competenti.

“Nessuna delle proposte avanzate fino ad oggi e portate avanti dalle varie associazioni di categoria è stata tenuta in considerazione da uno Stato veloce a prendere e lentissimo a dare”, si legge nel documento.  “Uno governo che sembra non preoccuparsi delle quasi 400mila imprese turistiche italiane a rischio chiusura e che sta dimostrando di non comprendere ed avere a cuore le sorti e la dignità di una categoria che ha dato tanto al Paese. Un decreto vergognoso, quello in uscita, che provocherà più danni del virus poiché burocraticamente articolato ad arte per spingere verso una riapertura veloce e condizionata, deresponsabilizzando lo Stato e sgravandolo da ogni peso economico e di coscienza. Un decreto che sancirà la fine di numerose aziende, colpevoli soltanto di voler ritornare a lavorare in condizioni sicure e dignitose e tornare a generare economia per i propri collaboratori, le proprie famiglie ed il proprio Paese”.

Un appello, quello degli operatori incoming siciliani, che invita a interagire con tutta la filiera turistica produttiva dell’isola (hotel, agenzie di viaggi, guide, accompagnatori, trasportatori) e serrare le fila in vista di una possibile azione sinergica.