Reitano, maltrattamenti alle scuole elementari. I genitori: "Devono pagare"
Maltrattamenti nelle scuole elementari di Reitano.chiuse le indagini, i genitori si costituiscono parte civile. Schiaffi e violenze riprese dalla polizia
Sono accusate di aver insultato e picchiato i bambini di una scuola elementare: per quattro maestre dell’Istituto Comprensivo di Mistretta «Tommaso Aversa» - sede distaccata di Reitano - sono scattate le notifiche di conclusione delle indagini preliminari e ora dovranno dare la loro versione dei fatti in udienza preliminare. «Devono pagare per quello che hanno fatto ai nostri figli» - si sfoga un genitore. Le immagini delle telecamere nascoste della polizia di Stato lasciano basiti e sgombrano il campo dai dubbi: in un filmato un bambino porta il proprio compito alla cattedra e viene colpito in pieno volto con uno schiaffo, poi altre scene violente. Spinte, schiaffi, insulti e violenze continue: tutto registrato nel 2015. Per Giuseppa Calanni, Serafina Aragona, Rita Crascì e Lanza Cariccio Giuseppa è venuta l’ora di affrontare anche i genitori in Tribunale, che si sono costituiti parte civile e chiedono «un cospicuo risarcimento per i danni psicologici inferti da tanta violenza sui bambini», come ha spiegato una delle legali in campo a difesa delle vittime, l’avvocata Maria Greco.
«L’insegnante Calanni – spiega l’accusa, che si avvale delle registrazioni video - maltrattava gli alunni, tutti minori di anni 10, mediante violenze fisiche e piscologiche poste in essere all’interno delle mura scolastiche, consistite in particolare e tra l’altro nel percuoterli quotidianamente con schiaffi, strattonamenti, spinte; nel gridare loro costantemente; nell’insultarli continuamente, apostrofandoli con epiteti quali: “villano, porco, animale, deficiente, cretino, scemo, cosa fitusa, babbo, animale, cosa inutile”; nell’umiliarli con frasi del seguente contenuto “siete cosa da andarvene al riformatorio” ed altre di analogo tenore; nel minacciarli costantemente di picchiarli; tutte condotte collegate da un nesso di abitualità ed avvinte dal loro svolgimento, dall’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità psicologica, morale e fisica delle vittime, tale da rendere particolarmente dolorosa la quotidiana frequentazione obbligatoria della predetta scuola da parte dei minori». Con l’aggravante di aver agito con abuso di autorità ed a danno di minori, all’interno di un istituto di educazione ed istruzione.
Secondo l’accusa le insegnati Aragona, Crascì, Lanza e Cariccio in concorso tra loro, ciascuna nel rispettivo ruolo di insegnante - impiegata nell‘istituto partecipavano alle condotte di maltrattamento, «omettendo di intervenire per impedire l’evento lesivo, realizzatosi nell’offesa dell’integrità psicologica, morale e fisica dei minori parti offese, evento che avevano invece l’obbligo di impedire, in virtù della posizione di garanzia da ciascuna rivestita. Per tutte, con l’aggravante di aver agito con abuso di autorità ed a danno di minori, all’interno di un istituto di educazione ed istruzione».
«La responsabilità delle imputate si fonda sulle risultanze delle indagini preliminari ed in particolare sulla base delle intercettazioni ambientali - spiega l’avvocata Maria Greco -
La costituzione di parte civile ha lo scopo di ottenere l’affermazione della penale responsabilità delle odierne imputate ed il risarcimento dei danni tutti, patiti e patiendi dal genitore che assisto, in conseguenza dei reati posti in essere dalle imputate, nonché delle spese per onorari». La resa dei conti è già cominciata.