Cronache

Roberto Battiston: continuano le polemiche

Marco Rossi

Roberto Battiston è stato dimissionato dall'Asi dal ministro Bussetti

Il professor Roberto Battiston, coniugato con una nipote di Romano Prodi, è stato da poco giustamente dimissionato dal ministro del Miur Marco Bussetti, da capo dall’Asi, Agenzia Spaziale Italiana, per un misto di Spoil System e vizi legislativi.

Ne è nato un certo clamore che continua con il prof. che ha tuonato e tuona contro l’ingerenza della politica nelle nomine e del fatto che per la prima volta si era applicato lo Spoil System nella scienza.

Che la politica, tramite le istituzioni espressione di una maggioranza regolarmente eletta, si occupi di enti pubblici di ricerca è più che normale e pure lo Spoil System, regolato dalla legge Frattini che vieta le nomine negli ultimi sei mesi di governo, lo è.

Quindi desta meraviglia il meravigliarsi di Battiston.

Che, del resto, non protestò quando Stefania Giannini (Scelta Civica e poi Pd) allora ministro del Miur lo nominò all’Asi e quando, Valeria Fedeli (Pd) che era successa alla Giannini, lo confermò in zona Cesarini e a governo missionario.

La Giannini era stata anche rettore dell’Università di Perugia proprio quando Battiston era professore nello stesso ateneo.

Il professor Battiston afferiva ed afferisce all’area ideologica di sinistra e lo dimostra, ad esempio, il blog e la rubrica che ha tenuto presso Le Scienze, diretto da Marco Cattaneo, un mensile che più di scienza ormai parla di politica (di sinistra).

Lascia perciò francamente perplessi quanto affermato dal prof sull’ingerenza della politica nel campo della scienza e della ricerca. Tale ingerenza, non solo c’è sempre stata ed è giusto che ci sia, visto che si tratta di enti di ricerca pubblici, ma lo stesso Battiston ha sempre espresso chiaramente, come è giusto del resto che sia, il suo orientamento ideologico e quindi non può lamentarsi - “Gravissimo e pericoloso che la politica controlli la scienza” - che quella stessa politica che lo aveva voluto (governo Renzi) ora lo dimissioni (governo giallo-verde). Si chiama democrazia.