Cronache
Roma: le indegne sepolture. Come si muore nella Capitale. La denuncia
La situazione disperata dei cimiteri romani era nota alla giunta Raggi, che non ha fatto nulla. Ora un sussulto di dignità: si dimetta
di Simona Baldassarre *
Da millenni la civiltà considera l'assicurare delle degne sepolture a chi muore il proprio paradigma. Eppure, morire oggi a Roma, nella Capitale, nella culla della civiltà, significa non avere un luogo dove far riposare le esequie dei propri cari.
Se tutto va bene, la sepoltura è “fai da te”: per evitare attese di un mese per le tumulazioni, i parenti sono costretti ad affidare tali operazioni all'impresa funebre intervenuta per il funerale. Altrimenti si finisce parcheggiati in un “deposito”. Tutto ciò è aberrante, immorale, lede i sacrosanti diritti dei cittadini. Ma è purtroppo la cruda realtà che stanno vivendo moltissimi romani. La Capitale d'Italia sta sprofondando nelle acque più torbide dell'inefficienza, dell'approssimazione, dell'insipienza. Mi chiedo come si sia arrivati a questo punto. La situazione di estrema gravità in cui versano i cimiteri romani era ben nota alla giunta, ed ora gli sta scoppiando tra le mani.
I decessi in aumento in concomitanza con la pandemia hanno sicuramente acuito la crisi, ma il Covid non può essere un alibi per chi è rimasto immobile a guardare che la situazione collassasse. La verità è che Roma soffre ormai da anni di una mancanza di investimenti su strutture e personale dedicati. Ad agosto 2017, si parlava di costruzione di quattro nuovi forni crematori, dove sono finiti? Intanto le cremazioni sono rimaste a numero chiuso. Sono mesi che le cronache denunciano fatti agghiaccianti, come i depositi talmente pieni da costringere Ama a noleggiare alcuni container per conservare le salme in attesa di cremazione. Se a ciò aggiungiamo lo stato d'incuria in cui annaspano le tombe, tra schiere di sepolcri curvati e lastroni e pavimenti divelti, allora mi chiedo come faccia la sindaca Virginia Raggi a dormire sonni tranquilli.
Come faccia a far finta di nulla dinanzi allo strazio delle famiglie già gravate dal dolore devastante della perdita. Come politico, ma soprattutto come cittadina di Roma, sostengo che la Raggi dovrebbe oggi avere la dignità di scendere dallo scranno. E dimettersi. Non sarà la soluzione ai mali di Roma, ma sarebbe un segno di rispetto per l’amore che nutriamo per questa città. Non lasciamo che questa foto della Capitale diventi la copertina del prossimo World Press Photo.
*Simona Baldassarre , europarlamentare Lazio