Cronache

Rottamazione, senza un condono tombale 115mila aziende a rischio default

Eduardo Cagnazzi

Stellato: "E' la sola strada percorribile per racimolare liquidità, sanare la posizione fiscale di tante attività che altrimenti rischerebbero il fallimento"".

Si avvicina la scadenza del pagamento della rottamazione ter e sono pronte a partire 50 milioni di cartelle esattoriali che daranno la mazzata finale a un’economia italiana messa in ginocchio dalla pandemia da Covid-19.

Ezio Stellato, dottore commercialista, rappresentante interessi alla Camera dei Deputati, cultore di diritto tributario, che ormai da un anno sta cercando di sensibilizzare il Governo su una soluzione drastica e concreta, indica un’unica strada percorribile: il condono tombale. «Credo che gli italiani oggi preferiscano un condono tombale, più che una semplice rottamazione. Un’operazione per cui valga la pena racimolare liquidità a discapito di un patrimonio certo, come la vendita di un bene, a fronte di un vantaggio economico per sanare una posizione fiscale, potrebbe essere una soluzione plausibile e di successo», sottolinea il professionista.

«Guardando alla rottamazione di oggi, il pagamento immediato delle rate scadute dell’anno pandemico per eccellenza, il 2020, determinerebbe un default di circa 115 mila aziende, già a rischio fallimento. Inoltre, in attesa di una riforma, sarebbe auspicabile -continua Stellato- sterilizzare il 2020, traslando, mettendo in coda, tutte le rate delle rottamazioni e delle rateazioni. Insomma, se ho una rateazione che finisce nel 2023, si prorogherebbe per le rate non pagate sin oggi, aggiungendole in coda con la loro normale scadenza. Solo questo significherebbe rispetto di quanto accaduto nel 2020».

L’esame di Stellato della situazione attuale analizza anche i piani di risanamento. «Le coperture di bilancio sono state stanziate per circa 32 miliardi, prevedendo ristori e scostamenti di bilancio per rinvio scadenze fiscali. La ripartenza delle notifiche, circa 50 milioni di cartelle esattoriali, con la mancanza di un piano di ripresa delle attività esecutive, genererebbe una catastrofe fiscale senza precedenti. Alla luce di innumerevoli nomine e della corsa alle cancellerie delle sezioni fallimentari per i piani di risanamento, che sarebbero privi di garanzie, con la conseguenza di ritrovarsi in una situazione di default».

Stellato muove il suo ragionamento tra analisi e soluzioni. «Bisogna procedere pertanto, con una riforma che preveda la semplificazione delle procedure di accesso alle rateazioni del debito tributario, introducendo, con l’ausilio degli ordini professionali preposti, degli indici di meritevolezza tributaria e sottoponendo all’amministrazione una sorta di piano attestato che certifichi la capacità di solvenza del contribuente. Ad oggi, alla luce dell’emergenza pandemica, occorre sospendere altresì, con effetto immediato, le rate di concordati e transazioni fiscali già omologati, in particolare delle partite Iva con codice Ateco provvisoriamente sospeso per impossibilità di apertura disposta da Dpcm. Altra conseguenza della sospensione delle suddette attività, in regime di transazione fiscale o concordato omologato, è la necessita di prorogare le previsioni assunte nei piani attestati di risanamento che sono oggetto di apposita asseverazione professionale, sottoposta a sua volta, a omologa del tribunale. Ritengo assurdo che gli effetti pandemici non debbano e non possano essere oggetto di una riqualificazione dei piani nel tempo».